Caso Abu Omar, l’agente Cia Lady chiede la grazia a Napolitano
Robert Seldon Lady, l'ex agente della Cia a Milano condannato per il sequestro dell'imam Abu Omar, ha chiesto la grazia al Presidente Giorgio Napolitano. Come ha rivelato il Corriere della Sera, infatti, l'ex numero uno dei servizi segreti americani a Milano mercoledì ha inviato una lunga lettera al Capo dello Stato dove ribadisce il suo ruolo anti-terrorismo in collaborazione con le forze di polizia italiane nell'operazione avvenuta nel febbraio del 2003 e chiede un atto di clemenza. Nella missiva indirizzata a Napolitano Lady chiama in causa alti membri del governo italiano ricordando che la collaborazione tra i due servizi di intelligence è durata a lungo e ha permesso di "fermare molti piani terroristici". L'attività era "agli ordini dei funzionari Usa" ma "in collaborazione con alti membri del governo italiano" ha scritto l'agente Lady che non ha mancato di sottolineare i "milioni di dollari" che erano garantiti dal governo americano all'Italia per contrastare al Qaeda e il terrorismo nel nostro Paese.
Parallelo con il caso dei Marò – Chiedendo la grazia Lady poi ha spiegato di aver ubbidito agli ordini dei suoi superiori e di essersi sottratto alla nostra giustizia perché non avrebbe mai potuto rivelare risvolti segreti della vicenda. "Ho avuto accesso a informazioni confidenziali del governo italiano a seguito della mia attività di collaborazione con i vostri servizi. Per montare una difesa adeguata avrei dovuto violare sia la legge degli Stati Uniti che quelle dell’Italia. Non ero allora e non sono adesso, disposto a farlo" ha scritto l'ex agente Cia. Rivolto a Napolitano infine Bobn Lady fa un parallelo con la vicenda dei marò in India: "Il rimedio che le chiedo" è lo stesso che l’Italia "sta sollecitando nel deplorevole caso dei Fucilieri di Marina".