Caserta, agente penitenziario suicida. Il Sappe: “Situazione grave e ignorata”
Un agente penitenziario di 41 anni si è impiccato questa mattina nella sua casa di Sessa Aurunca, Caserta. L'episodio è avvenuto a sole 48 ore dal suicidio di un collega in servizio presso il carcere romano di Rebibbia. Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo Polizia penitenziaria (Sappe), si è detto “sgomento e sconvolto”, in questi giorni aveva lanciato l’allarme anche per quanto riguarda i suicidi avvenuti tra i detenuti: dall'inizio del 2012, infatti, già otto carcerati si sono tolti la vita. “Non sono ancora chiare le ragioni che l'hanno spinto al gesto estremo”, ha riferito ancora Capece, “siamo impietriti per questa nuova immane tragedia, anche perché avviene a poche ore dal suicidio di un altro collega a Formia e a pochi mesi dalla tragica morte di altri appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio ad Avellino, Mamone Lodè, Caltagirone, Viterbo, Torino e Roma".
Suicidi all'ordine del giorno nelle carceri italiane – Il segretario del Sappe ha denunciato “l’indifferenza assoluta e colpevole dell’amministrazione penitenziaria, che continua a sottovalutare questa grave realtà”. Dal 2000 a oggi, infatti, sono circa 100 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita, insieme a un direttore di istituto e un dirigente regionale. “Da tempo sosteniamo che bisogna comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l'attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere", ha proseguito Donato Capece, ricordando che la realtà penitenziaria presenta disagi che si ripercuotono sulla vita dei carcerati e su quella delle guardie stesse. Stando agli ultimi report, la maggior parte delle carceri italiane, oltre che particolarmente sovraffollate, non possono permettersi figure psicologiche che riescano a fronteggiare ed evitare gesti di autolesionismo. Dall’inizio dell’anno, 8 detenuti si sono suicidati e 21 sono deceduti: per la metà dei casi appena citati, le cause sono ancora da accertare. Dal 2000 ad oggi, tra carcerati e poliziotti, sono morte 2mila persone, sia per suicidi, sia per incidenti sul lavoro.