Caserma Levante di Piacenza, perché sono stati condannati tutti i carabinieri
"I protagonisti di questo processo erano quasi tutti carabinieri semplici e appuntati, la ‘truppa' come provocatoriamente sostenuto da alcuni difensori, uomini che ormai avevano sdoganato un modo di agire al di fuori delle regole, in una zona franca dove erano ammesse prassi degenerate". Questa la chiosa delle 488 pagine relative alla sentenza – pronunciata il primo luglio in abbreviato dal tribunale, dopo che la pm aveva chiesto una condanna a 16 anni – con cui il Gup di Piacenza Fiammetta Modica motiva le condanne per i carabinieri della stazione Levante.
Montella ha fatto "scelta criminale netta e irreversibile"
La più importante, 12 anni per l'appuntato Giuseppe Montella, considerato il leader del gruppo della caserma sequestrata nell'estate 2020. Ha “intrapreso una scelta criminale netta e irreversibile, avendo asservito la divisa a finalità delinquenziali finalizzate al mero arricchimento personale, senza alcuno scrupolo”, è uno dei passaggi contenuto nelle motivazioni della sentenza di primo grado firmate dal gup Fiammetta Modica.
Quello di Montella è un profilo “criminale di spessore, di un uomo scaltro ormai radicato nel contesto delinquenziale piacentino ove la divisa era assurta a strumento di scambio e di rassicurazione per i suoi sodali. La sua personalità viene tratteggiata dagli informatori e dal tenore delle intercettazioni che dipingono le sue stabili attività illecite, ma soprattutto la sua indole violenta e la mancanza di scrupoli”, chiosa il giudice.
Le altre condanne
Condannati – sempre a pene inferiori alle richieste dell'accusa – l'appuntato scelto Salvatore Cappellano a 8 anni (la richiesta era di 14 anni, 5 mesi e 10 giorni), 6 anni per il collega Giacomo Falanga (13 anni la richiesta di pena), 4 anni per Marco Orlando (5 anni la richiesta) all'epoca comandante della stazione di via Caccialupo. Per Daniele Spagnolo la pena più bassa a 3 anni e 4 mesi (richiesta della procura 7 anni e 8 mesi).