Caserma Levante di Piacenza, a che punto sono i processi contro i carabinieri accusati
A oltre due anni dal quel 22 luglio del 2020 quando un terremoto giudiziario sconvolse l'Arma dei carabinieri con l'arresto di diversi militari e la scoperta che all'interno della caserma Levante di Piacenza si era creata "Una zona franca di prassi degenerate", come l'ha definita il Gup, i processi agli indagati vanno avanti e alle porte ci sono nuove sentenze in arrivo.
Dopo la condanna in primo grado di tutti e cinque gli imputati nel processo con rito abbreviato, nel luglio dello scorso anno, entro fine mese è attesa ora la sentenza di secondo grado. Il processo d'Appello, che si celebra a Bologna, vede come imputati l'appuntato Giuseppe Montella, considerato dagli inquirenti il leader del gruppo della caserma Levante di Piacenza sequestrata nell'estate 2020 e che fu condannato a 12 anni in primo grado.
Con lui a processo ci sono anche l'appuntato Salvatore Cappellano, otto anni in primo grado, l'appuntato Giacomo Falanga, sei ani in primo grado, il carabiniere Daniele Spagnolo, tre anni e quattro mesi nel primo processo, e l'ex comandante di stazione Marco Orlando, condannato dal Gup Fiammetta Modica a quattro anni.
Per loro, accusati a vario titolo di svariati reati commessi tra ottobre 2018 e giugno 2020 che vanno dai falsi arresti allo spaccio di stupefacenti, dai falsi alla tortura, l'accusa ha chiesto la sostanziale conferma delle sentenze emesse in primo grado. Unica eccezione espressa dal sostituto procuratore generale Nicola Proto che sostiene l'accusa davanti alla Corte d’Appello di Bologna, è per Daniele Spagnolo, il carabiniere che già aveva avuto la pena più bassa e per il quale è stata chiesta la riduzione della pena con assoluzione per due capi d’imputazione per complessivi due anni e dieci mesi invece di tre anni e quattro mesi.
Nel processo si sono costituiti parte civile le massime cariche dello Stato. Oltre alla forza armata che i eusti anni ha ripulire l'immagine dai gravi avvenimenti della Caserma Levante, anche la Presidenza della Repubblica e quella del Consiglio.
Contemporaneamente è in corso invece il processo di primo grado per un altro degli indagati della Caserma di Piaceza, l’ex appuntato scelto Angelo Esposito. L'uomo infatti aveva scelto il rito ordinario con il dibattimento in aula, al contrario degli altri militari che col rito abbreviato hanno visto la riduzione di un terzo della pena. Per lui, che si è sempre smarcato dagli altri indagati, l'accusa ha chiesto otto anni e dieci mesi di reclusione per i reati di omissione di atti d'ufficio, falso, spaccio e tortura. "Non sono un traditore dell’Arma. Sono stato sfruttato, Montella faceva tutto alle mie spalle" aveva detto l'imputato nei mesi scorsi in aula. "Quando ho letto l’ordinanza in carcere mi sono reso conto che ero stato sfruttato. Era tutto organizzato da Montella per i suoi comodi e fini. Ho la vita rovinata" aveva aggiunto. In questo caso la sentenza è prevista per dicembre 2022.