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Case di Luce, il condominio fatto di canapa più grande d’Europa è a Bisceglie

A Bisceglie è stato creato il complesso abitativo in canapa e calce più grande d’Europa: 42 appartamenti progettati dallo studio Pedone Working per edifici dalle alte performance e dai bassi consumi energetici.
A cura di Mario Catania
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E’ il complesso abitativo in canapa e calce più grande d’Europa: si chiama Case di Luce, sorge a Bisceglie ed è stato progettato dagli architetti di Pedone Working. Si tratta di un edificio residenziale di 42 appartamenti costruito seguendo i principi della bioedilizia, sfruttando le caratteristiche della canapa unita alla calce, una metodologia che si perde nella notte dei tempi.

Se da una parte l’utilizzo moderno in Europa è tornato a diffondersi a partire dagli anni ’90, è una tecnica che veniva utilizzata già 1500 anni fa. In Francia infatti gli archeologi hanno ritrovato un ponte costruito proprio con canapa e calce, costruito tra il 500 e il 750 d.C., durante il periodo Merovingio. Oggi è un materiale naturale che può essere utilizzato dai massetti agli isolamenti, passando per le pareti per arrivare all’intonaco grosso e a quello di finitura.

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Dalla semplice unione di canapa, calce, e acqua, nasce infatti un prodotto naturale altamente performante, che piano piano si sta imponendo come modello alternativo all’edilizia tradizionale. Sono materiali che garantiscono un’alta efficienza energetica, che si traduce in bollette molto più basse, ed un elevato comfort abitativo, oltre ad essere rispettosi dell’ambiente. La canapa infatti è una pianta che nel ciclo di vita "sequestra" dall’ambiente in media 4 volte la CO2 imprigionata dagli alberi, e che continua a stoccare CO2 anche quando impiegata in bioedilizia. Se uno dei problemi dell’edilizia moderna è proprio l’inquinamento, la catena produttiva di canapa e calce, dalla coltivazione alla messa in opera, è carbon negative, toglie cioè dall’ambiente più CO2 di quella che produce. Per fare un esempio una casa di classe termica A tradizionale ha bisogno dai 35 ai 40 anni di vita per risparmiare la CO2 generata nella sua costruzione, mentre il bilancio della casa in canapa è positivo sin dal primo giorno. Secondo l’Università di Bath, che ha realizzato uno studio a riguardo: "Al netto delle emissioni di trasporto e lavorazione, un metro quadro di muratura in canapa e calce ha sequestrato all’aria 35 chilogrammi di biossido di carbonio".

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Per quanto riguarda la salubrità degli ambienti la canapa unita alla calce è un materiale che “respira”, è cioè in grado di assorbire e rilasciare vapore acqueo creando un effetto tampone nei confronti delle variazioni di umidità e di temperatura dell’aria, evitando lo sviluppo di muffe. Inoltre sono materiali che si adattano perfettamente agli standard della “casa passiva”: grazie agli alti livelli di isolamento sono case che è possibile riscaldare con pompe di calore, spesso alimentate da pannelli solari, riducendo a zero o quasi la bolletta per il riscaldamento. Secondo i creatori, le abitazioni nate a Bisceglie: “Raggiungono l’obiettivo di una elevata qualità dell’aria interna e bassissimi consumi energetici coperti da sole fonti di energia rinnovabile, diventando un modello realizzativo per i climi caldi come quello mediterraneo”.

Gli architetti di Case di Luce hanno fatto un passo in più, sfruttando i principi bioclimatici e quindi il posizionamento della struttura per fare in modo che prendesse il massimo di ore di sole, con le vetrate degli appartamenti realizzate per immagazzinarne il calore. La struttura portante è in tufo, mentre il riempimento delle pareti è stato effettuato appunto con i biomattoni in calce e canapa prodotti dall'azienda Equilibrium: il risultato è un edificio isolato dal punto di vista acustico e termico con altissime prestazioni, sia in inverno che in estate. Tanto che alla fine del 2016, quando è stato ultimato, ha vinto il primo premio nella categoria “Energy and hotclimates” del prestigioso concorso internazionale Green Building Construction Award.

“Quando vengono gli amici non vogliono più andare via”, racconta una signora che abita al quarto piano del complesso residenziale da più di anno, “perché effettivamente qui dentro si respira un altro tipo di aria. Si sta bene, anche per la temperatura sempre costante: basta entrare in casa e rimanerci poco tempo per notare subito la differenza rispetto ad una casa ‘normale’”.

Gli aspetti su cui gli abitanti puntano maggiormente l’attenzione sono: “La temperatura costante, anche in inverno, il livello di umidità sempre perfetto, l’assenza di rumori e la luce. Da quando ci siamo trasferiti qui viviamo molto la casa, cosa che prima non facevamo”.

Secondo, Enzo, altro inquilino del complesso, "Nonostante il grande freddo dell’inverno scorso, la temperatura non è mai scesa al di sotto dei 21 gradi e quindi l’involucro esterno ha funzionato. Il comfort abitativo è molto alto e si vive bene, anche dal punto di vista acustico; è una soluzione che consiglierei, anche alla luce del notevole risparmio in bolletta".

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