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Cartella esattoriale per Tari non pagata, ma la bimba ha solo un anno e non era nata: “Tutto assurdo”

“Non ci potevo credere, è tutto assurdo” ha commentato la mamma della piccola protagonista dell’assurda vicenda burocratica e residente nel comune di Cavallino, in provincia di Lecce.
A cura di Antonio Palma
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Quando nei giorni scorsi a casa è arrivata una raccomandata con una Ingiunzione di pagamento, una famiglia salentina ha capito che l'anno non era finito nel migliore dei modi, la sorpresa ancora più grande però è arrivata quando hanno scoperto che era indirizzata alla più piccola di casa, una bimba di appena un anno. Alla minore infatti viene imputato di non aver pagato la Tari per un anno in cui non era nemmeno nata.

"Non ci potevo credere, è tutto assurdo" ha commentato la mamma della piccola al Quotidiano di Puglia che ha ricostruito l'assurda vicenda della piccola residente nel comune di Cavallino, in provincia di Lecce. L'importo della tassa non pagata non è esorbitante, si tratta di circa 700 euro, ma il problema è che niente sembra corrisponde al vero, a cominciare ovviamente dalla destinataria che ora, ad appena un anno di vita, risulta già iscritta al registro dei debitori all’Agenzia delle Entrate. 

Come spiegato dal genitore della piccola, l'ingiunzione di pagamento fa riferimento alla Tassa sui rifiuti per l'anno 2018 quando loro non abitavano ancora in quella casa, presa in affitto solo lo scorso anno, e per di più è indirizzata palesemente a una minore che in quell'anno non era nemmeno nata. "Sulle cartelle di pagamento è scritta per esteso la data di nascita di mia figlia, nata nel 2022, e si chiede di pagare per l’anno 2018. È inaudito tutto questo" accusa la mamma della piccola che, dopo essersi messa al telefono chiamando Comune e Agenzia delle entrate, non è riuscita a districarsi dall'assurda vicenda e ora deve fare ricorso a un avvocato per seguire la pratica attraverso uffici che si rimbalzano la responsabilità.

L'unica speranza è che, dopo le feste, la pratica venga riesaminata dai competenti uffici e venga annullata, evitando alla famiglia di dover anche fare ricorso a giudici e tribunali per un errore evidente della burocrazia.

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