Cartabellotta (Gimbe): “Covid imprevedibile. Reintegro sanitari no vax? Amnistia anti-scientifica”
Bene lo stop al bollettino quotidiano ma bisogna continuare a garantire l'accesso ai dati, mentre il reintegro dei sanitari no vax è una "amnistia anti-scientifica e diseducativa".
Commenta così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, le prime misure decise dal nuovo ministro della Sanità, Orazio Schillaci, che, d'accordo con la linea del governo Meloni si semplificare la gestione della pandemia di Covid-19, ha stabilito che il bollettino con i dati su contagi, morti e ricoveri sarà su base settimanale (ogni venerdì) e non più giornaliera, e che sarà reintegrato il personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all'obbligo vaccinale".
Bollettino e reintegro sanitari no vax
"Indubbiamente – ha spiegato Nino Cartabellotta – con l'evoluzione delle varianti e la protezione conferita dalla vaccinazione sulle forme gravi, la malattia Covid-19 oggi non è più quella del 2020-2021. Tuttavia, la pandemia è ancora in corso e sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sia il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) invitano tutti i Paesi ad essere preparati e pronti, visto l’imminente arrivo della variante Cerberus e l’imprevedibilità degli scenari a medio-lungo termine".
Per quanto riguarda il bollettino, "è fondamentale mantenere l’aggiornamento quotidiano dei dati Covid e della campagna vaccinale e garantirne accesso trasparente ai ricercatori per analisi e studi indipendenti", ha specificato il presidente di Gimbe, che per quanto riguarda il reintegro del personale sanitario no vax a partire dal 1 novembre ha detto che "al di là di una scelta individuale incompatibile con l'esercizio di una professione sanitaria, si tratta di persone che hanno spesso seminato disinformazione pubblica sui vaccini, elevandosi a “paladini” del popolo no-vax, a volte con evidenti obiettivi di affermazione politica individuale. Se da un lato il loro reintegro lancia un messaggio profondamente antiscientifico, va ricordato che a livello locale possono essere stabilite disposizioni per affidare ai professionisti no-vax reintegrati attività diverse da quelle clinico-assistenziali, senza configurare demansionamento".
L'appello di Gimbe: "Obbligo mascherine permanenti in ospedali ed Rsa"
Cartabellotta fa un appello sulla questione mascherine negli ospedali e nelle Rsa, che potrebbe essere l'ultima misura anti- Covid a decadere. "L’utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie è fondamentale sia per proteggere professionisti e operatori sanitari – evitando di decimare ulteriormente il personale con assenze per malattia – sia soprattutto per tutelare la salute dei pazienti, in particolare quelli anziani e fragili. Al contrario l'obbligo delle mascherine in ospedale e nelle RSA – sottolinea Cartabellotta – dovrebbe essere reso permanente, indipendentemente dalla pandemia in corso, al fine di proteggere al meglio le persone più vulnerabili da infezioni respiratorie di qualsiasi natura. E l’utilizzo di questo dispositivo, come indicato dalle autorità internazionali di sanità pubblica, è raccomandato in tutti gli ambienti al chiuso affollati e/o poco aerati".
"Discontinuità del Governo non sia mero smantellamento delle misure in atto"
Per il presidente della Fondazione Gimbe, in conclusione, "la parola d’ordine “discontinuità” è assolutamente legittima in una repubblica democratica ma deve essere utilizzata anche per migliorare tutto quello che il Governo precedente non è riuscito a fare. Dalla raccolta più analitica dei dati sui pazienti ricoverati agli investimenti sugli impianti di aerazione e ventilazione dei locali chiusi; dall’accelerazione della copertura con i richiami vaccinali, all’implementazione di rigorosi protocolli terapeutici per le persone al rischio.
Al momento, invece, la discontinuità sembra ridursi ad uno un mero smantellamento delle misure in atto e ad una vera e propria “amnistia” nell’illusorio tentativo di consegnare la pandemia all’oblio, ignorando le raccomandazioni delle autorità internazionali di sanità pubblica".