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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Caro Generale, il caso Cucchi è già fango per Carabinieri e democrazia

Morire di botte tra le mura di Stato è un infanticidio. Altro che l’onore. Si celebri un processo giusto e poi si valutino colpe e condanne. Sula caso Cucchi è passato il tempo buono per le scuse.
A cura di Giulio Cavalli
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Ci sono momenti in cui bisogna avere l'autorità di chiedere scusa. Può sembrare difficile in prima battuta ma se ne ricavano benefici sul lungo termine perché mettere da parte l'eccesso di autodifesa come metodo costante è il modo più intelligente per continuare ad essere credibili nelle proprie funzioni di controllo.

Per alcuni uomini delle forze dell'ordine il caso Cucchi è stato un errore di valutazione. Sfiga, forse, verrebbe da dire se è vero che la storia ci insegna (riusciamo a non nascondercelo?) che la violenza funziona perfettamente se la vittima non ha voce; e Cucchi era il "senza voce" perfetto per chi confidava nel suo sembrare così "tossico", così disadattato e così solo da non potere interessare a nessuno. Perché le caserme e le celle sono piene di storie di miserabili senza voce "accidentalmente caduti" o contro "spigoli occasionali".

Semplicemente, per la sfortuna dei qualche giustiziere con indosso una divisa (portata con disonore), nella storia dell'ennesimo tossico preso a calci non si era tenuto conto della voce di Ilaria. Quella sorella che nessuno pensava sarebbe stata presa sul serio e che invece ha perseverato nella speranza di un conato di verità.

Ecco perché, il generale dei carabinieri Tullio Del Sette più che preoccuparsi di non vedere "infangata" l'arma dovrebbe riconoscere il fango che già c'è: la voce sgolata di Ilaria Cucchi è già un'onta per i carabinieri e la democrazia. Chiudersi in difesa preventiva di un corpo che deve essere garanzia e invece si difende come una corporazione è già una caduta di stile e di credibilità.

Pensate a quanti anni sono serviti solo per rivendicare il diritto di dubitare che quel corpo ormai morto fosse un cadavere evidentemente pesato. Pensate ai vigliacchi che in nome di un'amicizia particolare hanno scritto perizie mendaci e miserabili. Pensate a quanta gente in questa storia non ha visto niente, non ha sentito niente e non ne sa niente eppure ora dovranno dare spiegazioni.

Morire di botte tra le mura di Stato è un infanticidio. Altro che l'onore. Si celebri un processo giusto e poi si valutino colpe e condanne. Sul caso Cucchi è passato il tempo buono per le scuse.

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