Carmelo, il ragazzo con la sindrome di down alle prese con il Covid: “Troppa sofferenza”
La pandemia ha certamente influito sulle vite di tutte le persone e di tutte le famiglie, ma ha messo particolarmente in risalto i problemi e le necessità delle persone con disabilità. Come per Carmelo, un ragazzo siciliano di Enna di 32 anni, affetto da sindrome di down, costretto a non poter socializzare. Impegnato nel sociale ma per questo periodo buio e nero, è costretto a rimanere in casa, poiché questo periodo di emergenza sanitaria gli ha privato di abbracciare i suoi amici, una caratteristica tipica del ragazzo, che esprime e trasmette voglia di vivere con allegria e sempre con il sorriso. Caratteristiche fondamentali per chi vuole trasmettere forza e coraggio:"Ho sofferto per i miei amici – dice Carmelo – perché hanno avuto il Covid-19, non vedo l'ora di ritornare alla normalità".
Il bisogno di socialità
La socializzazione è un elemento fondamentale per i ragazzi con disabilità. Carmelo ha socialità da vendere. E per questo motivo che in questo periodo si sente molto giù a causa della sofferenza delle persone che stanno attraversando un periodo di difficoltà, chi in ospedale e chi a casa da solo, soprattutto in vista dei festeggiamenti natalizi. Carmelo è una lezione di vita per chi lo ascolta e per chi si sente da solo. "Provo tanta sofferenza perché questa pandemia che ci ha distrutto e ci ha messi a dura prova – ha detto Carmelo – soprattutto per chi come me ha necessità di socializzare e sente l'esigenza di vivere la società. La crisi – continua Carmelo – ha fatto chiudere anche le attività commerciali e per questo ho sofferto molto – perché mi immedesimavo nei miei concittadini e pensavo che nulla è facile. Non vedo l'ora di ritornare alla normalità – dice il ragazzo – perché mi manca abbracciare tutti i miei amici e cittadini e soprattutto mi manca poter vedere Nicole", la sua fidanzata.
La solidarietà, quella vera
Il suo motto è:"Vietato dire non ce la faccio". Carmelo è una vera e propria lezione di vita. È vicino a chi soffre soprattutto per chi vivrà un Natale diverso. "Sono vicino a tutte le persone che non stanno bene – dice Carmelo, che si trovano all'interno di una stanza di ospedale, da sole, senza i loro affetti. Quest’anno sarà un Natale diverso, ma dobbiamo essere forti – continua – e avere coraggio e soprattutto responsabilità massima con i dispositivi di protezione. Questo – conclude Carmelo – serve per proteggere noi e la nostra famiglia".