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Carlo il bimbo sordo e Lulù, il suo cane: storia di un’amicizia speciale

Carlo – un bambino affetto dalla Sindrome di Charge, una rara patologia che gli ha tolto l’udito fin da piccolo e ora anche parte della vista – e Lulù – un labrador con sviluppate capacità cognitive – sono protagonisti di una storia di amore e amicizia indissolubile.
A cura di Biagio Chiariello
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“Questa è la storia di un’amicizia tra un bambino e il suo cane. Di un legame d’amore e di complicità, di un linguaggio fatto di silenzi e di segni“. Comincia così il post sulla pagina Facebook dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Si racconta di Carlo, un ragazzino di appena 12 anni, e di Lulù, un labrador. Il piccolo ha una grave e rara malattia genetica, la sindrome di Charge: è affetto dalla nascita da sordità bilaterale. Lulù è il suo amico più fidato, il suo assistente che sta studiando per diventare un cane guida. Il suo affetto e la sua vicinanza sono il pane quotidiano per Carlo, costretto a fare i conti con le sofferenze causate da quel male. “I due amici comunicano attraverso la lingua dei segni; Lulù ha imparato a obbedire agli ordini che le vengono impartiti con le mani. Un legame, il loro, autentico, uno scambio reciproco, una mutua protezione“, si legge ancora sul post su Facebook.

Questa è la storia di un’amicizia tra un bambino e il suo cane. Di un legame d'amore e di complicità, di un linguaggio…

Gepostet von Ospedale Pediatrico Bambino Gesù am Mittwoch, 2. Mai 2018

Il bimbo è affetto da una patologia rara che gli ha rubato l’udito fin da piccolo e che ora – a soli 12 anni – gli sta anche spegnendo la vista. Il papà di Carlo, Pietro, racconta che il suo figlioletto non fa nulla senza Lulù “Quando sta male vuole solo lei, e quando sta bene prendersi cura di Lulù è il suo pensiero costante. Si conoscono alla perfezione, l’uno sa cosa ama l’altra, e cosa le dà fastidio“. I due amici vivono insieme a Pozzomaggiore (in provincia di Sassari). Tra i due si è creata una sorprendente forma di comunicazione. Non si tratta di semplice pet-terapy, perché in questo caso il supporto del cane arriva ad essere quasi più prezioso delle cure mediche. Un esempio: quando si avvicina a Carlo si mette al suo fianco e non di fronte, sapendo da quale lato viene percepito l’unico raggio di luce nitida. "Lulù lo fa stare bene. Lui si sente protetto, e amato. Questa amicizia lo arricchirà molto. E sta arricchendo molto anche noi“, prosegue il post pubblicato dall’ospedale.

“Lulù ha fatto qualcosa davvero di straordinario e questa sua formidabile capacità di comunicare ha cambiato la vita di Carlo, gli offre stimoli continui – dice mamma Sonia a La Stampa- Tutte le mattine Carlo non si alza dal letto se a svegliarlo non è Lulù e lui, ancor prima di occuparsi di tutte le sue cose, si prende cura del cane. Prima prepara la colazione per lei, poi pensa alla sua”.

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