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Carla, 25 anni: “Vi racconto la sofferenza dei ventenni, sospesi tra speranza e rassegnazione”

Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di Carla, studentessa di farmacia di 25 anni: “Vi racconto il disagio psicologico che stiamo vivendo io e i miei coetanei nel corso di questa pandemia”.
A cura di Davide Falcioni
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Pubblichiamo la lettera di Carla Cambri, una studentessa di farmacia di 25 anni che, come molti giovani della sua età, sta vivendo le difficoltà e i grandi disagi causati dalla pandemia.

Sono una ragazza di 25 anni, una laureanda in farmacia, e vorrei riportare il disagio psicologico che stiamo vivendo io e i miei coetanei nel corso di questa pandemia. La domanda che vorrei porvi è "Gli studenti universitari e i neolaureati hanno ancora un barlume di speranza o sono solo afflitti da un enorme rassegnazione?". "Sono stanco", "Non ho voglia di fare nulla", "Mi manca l’aria", "Questo non finirà mai", "Sto male", "Mi sembra di non star vivendo". Queste sono solo alcune delle esclamazioni che sento ogni giorno dire dai miei amici e che hanno sostituito quella speranza che avevamo all’inizio di questo inferno pandemico.

A marzo 2020, avevamo paura ma ci ripetevamo in continuazione "andrà tutto bene" e che avremmo potuto impiegare questo tempo a casa per fare tante cose nuove: cucinare prelibatezze, imparare una nuova lingua, ottenere un fisico scolpito per l’estate, guardare più di una serie tv, fare videochiamate con chiunque fosse online. Purtroppo, però, dopo un anno le cose non sono cambiate e ci ritroviamo a vivere di nuovo in una semi-quarantena e la corda della speranza, sulla quale tutti noi stiamo camminando, pian piano si sta spezzando facendo cadere i più fragili in un baratro di angoscia e inquietudine da cui non è sempre facile uscirne da soli.

Non siamo più adolescenti, ormai quel periodo è passato, ma questo non vuol dire che la nostra età, se pur più matura, non abbia anch’essa le sue difficoltà. Se prima era difficile costruirsi un futuro professionale adeguato ai nostri sforzi ora ci manca proprio la forza per raggiungere quegli obiettivi e questo penso sia dovuto al fatto che invece di liberarci dallo stress accumulato, stiamo implodendo dando vita a dolori psicosomatici che vanno dal bruciore di stomaco e la mancanza di appetito alla stanchezza cronica. La rassegnazione regna sovrana in noi, a prescindere dall’età, e al minimo ostacolo della vita non sempre riusciamo a superarlo come facevamo prima che iniziasse questa pandemia. Io stessa, poco tempo fa, ho dovuto affrontare una forte delusione e per farlo ho avuto bisogno di più tempo, più di quanto mi sarebbe servito in un periodo normale; questo perché il mio sconforto si è andato a sommare a un malessere preesistente e comune a ognuno di noi.

Quello che mi ha aiutato, e che spero aiuterà chi leggerà queste mie parole, è stato trovare ogni giorno un piccolo obiettivo che riesca a farmi alzare dal letto e a dare un po' di colore alla mia vita. Dopo l’insensata ordinanza regionale di chiudere i parchi in cui spesso andavo a passeggiare o a correre, mi sono ritrovata a dover adottare altre attività “legali” per mantenere una semi stabilità psicologica; per esempio, andare a fare la spesa, camminare nel mio quartiere o intorno al tavolo di casa allo scopo di raggiungere 8000 passi, ascoltare la musica che mi piace, fare delle fotocopie, aiutare un amico in difficoltà anche da lontano, cioè tutto quello che è possibile fare nel 2021 senza andare incontro a un possibile contagio o a una multa.

Potrebbe sembrare sicuramente un’idea banale anche perché sono pochissime le cose che si possono fare, ciò nonostante ritengo che non debba essere sottovalutata quella che è l’abitudine. “Oggi questo non lo posso fare, ma domani, quando finalmente si potrà fare, lo vorrò fare o mi sarò abituata a non farlo?”. Non so a voi, ma a me la risposta a questa domanda mi spaventa. Per questo motivo esorto i miei coetanei a trovare, ogni giorno, piccoli stimoli in grado di tenervi vivi e che vi ricordino che anche se rassegnarsi può sembrare la strada più semplice oggi, risulta essere anche la via più pericolosa domani.

Carla Cambri

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Sono giornalista dal 2006 e per Fanpage.it mi occupo di cronaca e politica. Ho lavorato a Roma e Parigi e realizzato reportage di viaggio in tutto il mondo.
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