Carcere dei “vip” e finto malore, ecco come è evaso il boss Rocco Morabito
Un carcere non certo noto per le sue stringerti misure di sicurezza e un malore tanto improvviso quanto finto. Così il boss della ‘ndrangheta calabrese Rocco Morabito è riuscito a evadere dal carcere di Montevideo, dove era in attesa dell'estradizione verso l'Italia dove deve scontare una condanna a 30 anni di carcere. Morabito era rinchiuso in un penitenziario che molti in Uruguay definiscono un carcere dei vip perché l'attenzione ai detenuti non è certo alta. Così al boss è bastato fingere un malore per essere ricoverato nel reparto di infermeria, quello più vicino al tetto del palazzo. Con i suoi complici di fuga, un assassino, un falsario e un ladro, hanno atteso il momento giusto per dileguarsi, alle 23.30 di domenica, poi semplicemente hanno forzato una porta e salito le scale fino al tetto. Infine i quattro detenuti hanno scavalcato e sono entrati nel palazzo attiguo al carcere. Qui sono entrati in un appartamento abitato da un’anziana donna e infine sono scesi al piano terra dove si sono dileguati in strada dove forse erano in attesa altri complici
Una fuga talmente incredibile che si pensa sia stata architettata nei minimi dettagli e già da tempo con la complicità di persone interne ed esterne al carcere. Il dito però è puntato anche contro l'Italia che ha ampiamente sottovalutato la pericolosità del boss non pretendendo nessuna misura aggiuntiva di protezione soprattutto adesso che l’estradizione era vicina. Secondo i media locali anche i servizi segreti avevano informato le autorità del grosso pericolo di fuga e la pericolosità di Morabito ma è come se tutti avessero deciso di sottovalutare la pericolosità del boss che pure era stato in fuga per ben 23 anni il che significa che ha appoggi e conoscenze
"È un fatto di estrema gravità, anche perché l’estradizione di Morabito era stata richiesta a marzo e stava per essere eseguita. Il fatto che ci sia stata una vigilanza poco attenta su un latitante di questo tipo sorprende, anche perché l’Uruguay è un Paese con cui siamo in stretto collegamento investigativo e giudiziario”, ha commentato il procuratorie nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho avvertendo che l'Italia chiederà di condividere le informazioni sull'indagine. “Sulle modalità di evasione è ancora in corso l’acquisizione di informazioni dettagliate e bisognerà che Italia e Uruguay le condividano, anche per cercare di ricostruire la rete di relazioni che può coprire la fuga di Morabito e che potrebbe eventualmente consentirgli di raggiungere un altro Paese”, ha spiegato De Raho.