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Caraffe filtranti sotto accusa: l’acqua depurata è di qualità inferiore

Le brocche dotate di filtro stanno raggiungendo quote di mercato sempre più ampie, ma la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati le imprese produttrici del filtro in questione. Il suo utilizzo, infatti, pregiudicherebbe la qualità dell’acqua che verrebbe impoverita di calcio e magnesio.
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Il business di caraffe filtranti, complice la poca fiducia degli italiani negli acquedotti, non accenna ad arrestarsi mentre torna a far discutere la questione sulla qualità dell'acqua potabile dopo l'utilizzo di queste brocche. A seguito della denuncia della Mineracqua ai produttori delle caraffe in questione (Brita, Auchan e Viviverde), sulle brocche filtranti si è posato il velo del sospetto. Oggi si dà notizia che, dopo alcune indagini effettuate dai Nas, la Procura di Roma ha chiesto l'iscrizione nel registro degli indagati dei produttori del filtro in dotazione delle famose caraffe, tra cui, appunto, la Brita.

In linea di massima, tutte le brocche filtranti attualmente in commercio sarebbero dotate del "magico" filtro che contribuirebbe a impoverire l'acqua di calcare o a rendere più "gustose" quelle acque che per natura hanno lo sgradevole sapore di cloro. In realtà, secondo analisi commissionate dal pm torinese Raffaele Guariniello qualche mese fa, le caraffe contribuirebbero a impoverire il liquido proveniente dagli acquedotti di calcio e magnesio, elementi importanti per la salute. Forse non tutti sanno che una giusta quantità degli elementi in questione è in grado di fornire importanti vantaggi alla salute. Mentre il calcio rappresenta un alleato insostituibile per il mantenimento delle ossa e per la prevenzione di patologie quali l'osteoporosi, il magnesio aiuta le funzioni metaboliche oltre che muscolari e nervose. Insomma, più che filtrare, le caraffe incriminate sembrerebbero depredare l'acqua degli apporti minerali benefici (oltre che necessari) per la salute dell'uomo.

Oltre alla questione "saccheggio", l'attenzione degli esperti sarebbe rivolta anche alla possibilità che il filtro diventi un veicolo di colture batteriologiche; nondimeno, dato l'utilizzo continuo, il filtro delle caraffe sarebbe soggetto un deterioramento progressivo che oltre a inficiarne la presunta utilità potrebbe risultare addirittura dannoso per la salute.

Quando il presidente di Mineralacqua, Ettore Fortuna, fece presente la questione tre mesi fa, il pensiero di molti accarezzò il conflitto d'interessi. Oggi, alla luce delle analisi dei Nas, con parole di soddisfazione il rappresentante del business delle acque ha commentato l'inchiesta: "Evidentemente il nostro esposto è fondato su analisi serie." avrebbe detto.

Ad ogni modo i risvolti che la storia potrà assumere nei prossimi mesi sono tutt'altro che prevedibili; al momento, infatti, la procura di Roma non ha ancora proposto il sequestro dei filtri e delle caraffe in questione. Ciononostante permangono tutte le condizioni per una battaglia legale all'ultimo sangue da giocarsi su un terreno pericoloso, quale è quello della salute dei cittadini.

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