Carabinieri arrestati, Montella si lamentava: “Quel pusher vende droga a prezzi troppo bassi”
Arrestare i pusher che vendevano la droga a prezzi troppo bassi rovinando la piazza. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni agli atti dell'inchiesta sui carabinieri di Piacenza, questo erano uno degli obiettivi di Giuseppe Montella, l'appuntato considerato il leader del gruppo di militari-deliquenti che agiva nella caserma Levante di Piacenza. Ieri Montella è stato sentito dal giudice per le indagini preliminari, tentando di spiegare il lunghissimo elenco di contestazioni, supportate da intercettazioni e pedinamenti della Guardia di Finanza."Si può sbagliare, si possono fare errori, per ingenuità, per vanità, per tante cose. Certe condotte possono avere rilevanza penale e chi ha sbagliato pagherà", ha detto Emanuele Solari, legale di Montella al termine dell'interrogatorio. Allo stesso il legale fa riferimento a una “collaborazione completa, chiarificatrice, esplicita e senza esitazioni soprattutto per quanto riguarda la catena di comando”.
Quel pusher rovina la piazza di spaccio
È il 9 marzo quando Montella parla con il suo fornitore di droga. I due discutono di un pusher, Ramy, che gli starebbe rovinando la piazza, vendendo hashish a prezzi troppo bassi, 5,50 euro al grammo. “Ci sta uno che lo vende a cinque e cinquanta, c'ha lo stesso coso con il fantasmino come il nostro e non so chi è, infatti lo devo beccare perché lo vendevo a sette, a otto”. E ancora: “Devo beccare questo qua che vende il fumo a quel prezzo là che lo devo fare fuori perché m'ha calato il prezzo”.
Lo spacciatore arricchitosi grazie a Montella
Lo smercio tramite Montella aveva fatto crescere il giro di affari di fornitore del carabiniere in modo esponenziale. Tanto che lo spacciatore diceva: “Io con mille euro mi ci lavo i denti”. Ma il fratello dello spacciatore, anche lui arrestato, sottolineava: “Adesso, stai facendo i soldi perché ci sta Beppe. Sì, hai le conoscenze, ma mica avevi la testa”. E Montella conferma: “Lui ha quintuplicato i guadagni perché io ho due-tre contatti che mi chiedono l'impossibile. Però, molte volte, lui vuole fare delle cose, io gli faccio: No, non vanno fatte perché secondo me c'è questo rischio qua, quindi ora usa molto più la testa, mentre prima non la usava, no?”.