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Carabiniere uccise 23enne che accoltellava passanti a Rimini: “Spari da vicino, ha atteso fino all’ultimo”

Secondo l’esame dello stub sugli indumenti che il giovane indossava la notte della tragedia, i colpi mortali sarebbero stati sparati dal maresciallo Luciano Masini da distanza ravvicinata. “Si conferma che ha atteso fino all’ultimo” spiega l’avvocato.
A cura di Antonio Palma
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Sparò da distanza ravvicinata il maresciallo luogotenente dei carabinieri Luciano Masini quando la notte di Capodanno uccise il 23enne Muhammad Sitta che poco prima aveva accoltellato dei passanti a caso tra le strade di Villa Verucchio, in provincia di Rimini. Lo ha stabilito l’esame dello stub condotto dai reparti della scientifica sugli abiti che il giovane indossava la notte della tragedia.

Come ha spiegato il legale del carabiniere, che a gennaio è rientrato in servizio dopo una pausa volontaria, l’esame conferma che il comandante della stazione di Villa Verucchio ha atteso fino all’ultimo prima di sparare verso il 23enne diversi colpi tra cui alcuni mortali.

Il giovane in precedenza aveva ferito con la stessa arma da taglio quattro persone incrociate per caso in strada a Villa Verucchio. I carabinieri poi lo avevano circondato in strada. Come confermato da diversi testimoni, i quei momenti il maresciallo aveva intimato più volte a 23enne di posare il coltello ma questo si sarebbe avvicinato sempre di più.

La distanza indicativa individuata dall’esame, che ha verificato la presenza dei residui dello sparo da arma da fuoco sugli indumenti della vittima, va tra i 30 centimetri e i 4 metri. Lo stub però, “non può indicare a quale distanza precisa siano stati sparati tutti e cinque i colpi che hanno raggiunto Sitta” ha spiegato al Resto del Carlino l’avvocato del militare. Maggiori chiarimenti in questo senso arriveranno dalla perizia balistica.

“Sono tranquillo. Ho fatto il mio dovere per difendere l’incolumità dei passanti” aveva spiegato il luogotenente carica speciale dei carabinieri che risulta indagato per eccesso colposo di difesa ma è tornato regolarmente alla guida della stazione dei carabinieri. Contro di lui infatti nessuno provvedimento di sospensione era arrivato da parte dell’Arma. Al fianco del miliare si erano schierati fin da subito tutti, dalle istituzioni locali e nazionali e anche il Ministro della difesa Crosetto aveva pubblicamente chiesto all’arma "di concedere un encomio solenne al luogotenente.

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