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Capre di Alicudi morte impigliate in reti abusive, la denuncia: “Abbandonate agonizzanti”

La denuncia di Lndc animal protection, Lav e Vitadacani: alcune capre selvatiche di Alicudi sono morte dopo essere rimaste impigliate in reti da pesca probabilmente posizionate da cittadini stanchi delle incursioni degli animali che il Comune aveva disposto di trasferire.
A cura di Susanna Picone
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Una foto diffusa dalle associazioni
Una foto diffusa dalle associazioni

Le capre selvatiche di Alicudi – diventate “famose” lo scorso aprile sulle cronache nazionali dopo un avviso della Regione Siciliana– ad oggi sono ancora sull’isola e, stando alla denuncia di alcune associazioni animaliste, alcune di loro sono morte dopo essere rimaste impigliate in alcune reti abusive.

In un comunicato congiunto di LNDC Animal Protection, LAV e Vitadacani per la Rete dei Santuari Animali LIberi, si chiede un intervento urgente alle Istituzioni e alle autorità preposte per fermare le attività di cattura delle capre che si stanno verificando sull'isola, sembrerebbe ad opera di privati cittadini.

Gli animali, secondo le denuncia, sono stati lasciati lì agonizzanti, mentre i corpi di quelli deceduti sono a imputridire al sole. E se non si interviene altri animali potrebbero fare la stessa fine. Le associazioni parlano di “immagini agghiaccianti” che documentano la tremenda morte di alcune capre: sono appunto rimaste impigliate in reti da pesca posizionate, a quanto pare, non dalla ditta incaricata a catturarle (anche perché le attività di cattura decise dal Comune di Lipari non sono ancora iniziate) ma da privati cittadini che evidentemente stanno provando a risolvere così il “problema” senza attendere l'intervento degli organi preposti.

Le capre di Alicudi
Le capre di Alicudi

Della morte terribile di alcuni di questi animali ci sono foto e video. Il macabro rinvenimento è stato fatto nella zona di Pianicello, un'ampia area di cui – denunciano ancora le associazioni – non si conosce la proprietà. “Dalle foto e dai video che abbiamo a disposizione si vedono unicamente due corpi di animali senza vita, ma ogni giorno nuove capre rischiano di rimanere impigliate e di rimetterci la vita. Chiediamo non solo che venga subito rimossa questa rete, ma anche chi si verifichi l'eventuale presenza di altre trappole simili in tutta l'isola e che siano individuati e perseguiti penalmente i responsabili di tale condotta, che possono integrare i reati di maltrattamento di animali, uccisione e bracconaggio. Come più volte dichiarato, ribadiamo che siamo disponibili al confronto e alla collaborazione con le autorità preposte, a partire dal Comune di Lipari che fino a oggi ha ignorato le nostre richieste, al fine di individuare insieme una strada comune e condivisibile, sia per il bene degli animali sia per la percezione dell'isola stessa nel mondo. Confidiamo nell'attivazione concreta e veloce di un provvedimento”, la denuncia delle associazioni.

Lo scorso aprile l'amministrazione comunale di Lipari aveva emanato un avviso per "l'alienazione gratuita delle capre". Sull’isola (di 100 abitanti) si contavano 600 erbivori a disposizione degli allevatori che potevano inviare la richiesta per ottenerne fino a cinquanta. Il bando è scaduto il 10 aprile, e le domande arrivate sono state molto di più delle capre disponibili.

Il dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale aveva poi comunicato che avrebbe affidato a una ditta specializzata la cattura e la costruzione di appositi recinti per contenere il bestiame che, dopo i necessari controlli sanitari, verrà donato agli allevatori che ne hanno fatto richiesta partecipando al bando pubblico.

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