Capodoglio spiaggiato in Sardegna: nella sua pancia piatti, buste per la spesa e un tubo
Sono impressionanti le immagini della plastica trovata nella pancia della femmina di capodoglio di 8 metri spiaggiata in Sardegna e diffuse da Seame Sardinia, associazione onlus nata per la tutela delle risorse marine. La notizia era stata diffusa solo ieri, indignando gli ambientalisti e non solo. Nel ventre dell'animale, morto nella zona di Cala Romantica, a Porto Cervo in Costa Smeralda, sono stati trovati resti di piatti monouso, un tubo corrugato usato per gli impianti elettrici, le comuni buste per la spesa, grovigli di lenze, sacchi condominiali, persino l'imballaggio di un detersivo con ancora riconoscibili marca e codice a barre e numerosi altri rifiuti, per un totale di 22 chili di plastica. Per di più, come si legge sul sito del WWF, all'interno era presente anche un feto in decomposizione. La scoperta è stata fatta dai veterinari dell’Istituto Zooprofilattico di Sassari e della Facoltà di Veterinaria di Padova, ma per conoscere con certezza le cause del decesso del cetaceo sarà necessario attendere gli esami istologico e tossicologici.
La scoperta pone l'attenzione ancora una volta sul problema dello smaltimento della plastica, che si trova in quantità eccessive nei nostri mari. Basti pensare che il 95% dei rifiuti che vi si trovano all'interno è costituito proprio da plastica e ogni anno, decine di migliaia fra tartarughe, uccelli e cetacei muoiono per colpa di buste, cannucce, contenitori di cibo e bevande, piatti, lenze, palloncini e reti da pesca. Ma l'elenco dei prodotti killer è lunghissimo. Senza provvedimenti adeguati, entro il 2050, nei mari del mondo ci sarà più plastica che pesce. Tra le zone più a rischio c'è proprio il Mediterraneo, dove si registrano già livelli record di inquinamento da microplastiche che minacciano la vita marina oltre che la salute umana.