Il “Capitano Ultimo” non è mai diventato Generale: ecco perché

Sono passati 21 anni esatti da quel 15 gennaio del 1993, quando Totò Riina veniva catturato. A stringergli le manette ai polsi fu Sergio De Caprio, 52 anni, alias ‘capitano Ultimo' e colonnello dei carabinieri, oggi vicecomandante del Noe, il Nucleo operativo ecologico dell'Arma. Colonnello dunque, ma non generale. E nonostante abbia appena chiuso l'indagine sulla discarica di Malagrotta, a Roma, che ha condotto all'arresto di sette indagati, per lui un'eventuale promozione non ci sarà mai. Lo rivela il settimanale Panorama, nel numero in edicola da domani. Tutta "colpa" del regolamento dell'Arma dei carabinieri, che prevede l'ammissione all'avanzamento solo nel caso in cui siano stati ricoperto per due anni l'incarico di comandante provinciale. Un cavillo burocratico, in pratica, che lascia l'amaro in bocca pensando ad uno dei migliori investigatori che l'Italia ha mai potuto vantare negli ultimi anni, ma che non ricoprirà mai il grado più elevata nella categoria degli ufficiali.
Ecco quanto scrive Panorama: "tra i compagni di corso del colonnello De Caprio alcuni sono stati promossi a generale, altri magari non ci sono riusciti, ma lui non è stato neanche preso in considerazione. Perché? Per il regolamento: per essere ammessi all'avanzamento, nell'Arma, è necessario avere ricoperto per due anni l'incarico di comandante provinciale. Incarico che De Caprio avrebbe potuto ricoprire se fosse stato mandato in prima linea, in qualsiasi provincia della Sicilia o della Calabria, a combattere Cosa nostra. Niente da fare. Dopo essere stato trasferito 14 anni fa al Noe, De Caprio ha manifestato più volte il desiderio di tornare al Ros, il Reparto operativo speciale in cui per anni ha seminato il panico tra gli uomini d'onore. Ma questo – conclude il settimanale – non gli è stato mai concesso dal comando generale dell'Arma".