Caos Piazza San Carlo a Torino, si allarga l’inchiesta per omicidio colposo: nuovi indagati
Cinque mesi dopo i fatti di Piazza San Carlo a Torino del 3 giugno – quando durante la proiezione su un maxi schermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid una ondata di panico provocò la morte di una donna, Erika Pioletti, e oltre 1500 feriti tra i tifosi in piazza – la procura si prepara a notificare una ventina di avvisi di chiusura indagini. Da quanto trapelato, l'atto che la procura starebbe per notificare coinvolgerebbe alcune figure di vertice della città, oltre a funzionari e dirigenti degli enti coinvolti nell'organizzazione dell'evento.
Tra le accuse lesioni gravissime e omicidio colposo – L'inchiesta, coordinata dal procuratore Armando Spataro e dai pubblici ministeri Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacile, procede lungo due direttrici: da un lato si cerca di capire cosa abbia spaventato i tifosi in piazza, dall'altra si lavora su eventuali lacune organizzative e gestionali della manifestazione che non hanno evitato il caos scoppiato nel capoluogo piemontese. Si indaga per lesioni gravissime e omicidio colposo in relazione all'articolo 40 del codice penale, che punisce le condotte omissive di chi doveva evitare l'evento dannoso.
Circa duecento persone ascoltate in questi mesi come testimoni di quella tragica notte – In questi mesi polizia e magistratura hanno ascoltato circa duecento persone come testimoni di quella notte da dimenticare per cercare di individuare cosa abbia scatenato il panico in piazza e per ricostruire il puzzle delle responsabilità organizzative di quella serata. Per il momento nel registro degli indagati erano stati iscritti i nomi di presidente e direttore di Turismo Torino, ente organizzatore della serata, Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, e per effetto delle numerose querele, come atto dovuto, quello della sindaca di Torino Chiara Appendino.