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Caos nelle carceri e boss ai domiciliari, Francesco Basentini si è dimesso da capo del Dap

Francesco Basentini si è dimesso dal Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria. La decisione, confermata dal Sappe, il più numeroso sindacato di polizia penitenziaria, sarebbe stata presa nella serata di ieri al termine di un colloquio che il magistrato ha avuto con il Guardasigilli Bonafede. Da settimane era finito al centro delle polemiche dopo le recenti scarcerazioni dei boss mafiosi, tra cui Pasquale Zagaria. Via al totonomi sul successore.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Facebook.
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Terremoto nel sistema carcerario italiano. Francesco Basentini, magistrato 55enne di origine lucana, si è dimesso da capo del Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria. La decisione è arrivata nella serata di ieri, giovedì 30 aprile, al termine di un colloquio con il Guardasigilli Alfonso Bonafede, a cui avrebbe detto: "Le polemiche di questi giorni sono strumentali e totalmente infondate, ma fanno male al dipartimento". La conferma è arrivata dal Sappe, il più numeroso sindacato della polizia penitenziaria, mentre il diretto interessato mantiene ancora il massimo riserbo sulla vicenda. Contattato da vari organi di stampa non avrebbe risposto al telefono per un commento. Le sue dimissioni saranno formalizzate probabilmente già domani quando ci sarà la presa di possesso del nuovo vice direttore Roberto Tartaglia. Ancora incerto il nome del possibile successore, anche se non mancano già alcune ipotesi. In primis, la scelta potrebbe ricadere su Nino Di Matteo, ex pm ed ora al Csm, ma si fanno anche i nomi dell’attuale procuratore di Napoli Gianni Melillo e dell’ex pm di Napoli Catello Maresca.

Basentini era da qualche settimana al centro di numerose polemiche, soprattutto dopo le recenti scarcerazioni dei boss mafiosi all'inizio dell'emergenza Coronavirus, e in particolare dopo la bufera scatenata in seguito a quella di Pasquale Zagaria, fratello di Michele, cassiere del clan dei Casalesi e gravemente malato, che non poteva ricevere cure nell’ospedale di Sassari, città nella quale è detenuto in regime di carcere duro, perché era diventato ospedale Covid. Tutto è nato da una circolare inviata proprio dal Dap ai direttori degli istituti penitenziari, nella quale si chiedeva a segnalare "con solerzia all'autorità giudiziaria" una lista di detenuti particolarmente a rischio per salute o età, "suggerendo la scarcerazione" se sofferente di una delle nove patologie elencate o se di età superiore ai 70 anni. Lo stesso Bonafede ha chiesto all'inizio di aprile accertamenti sull'operato del Dap per vederci più chiaro. Il magistrato era stato duramente criticato alla trasmissione di La7 Non è l’Arena dal giornalista Massimo Giletti, che al Corriere aveva poi detto: "Non penso a trattative, ma mi colpisce il silenzio dei mafiosi in cella".

Tra le reazioni politiche, è arrivata prima tra tutte quella di Matteo Salvini che su Twitter ha scritto: "Le dimissioni del direttore del Dap Francesco Basentini  non bastano a cancellare quanto successo in poche settimane tra carceri in rivolta, morti, evasioni e perfino mafiosi e assassini usciti a decine di galera. Il ministro Bonafede è il primo responsabile: dimissioni!".

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