Cantante Daniele De Martino nullatenente ma faceva centinaia di concerti: nei video mazzette di denaro
Vi sono anche dei video registrati in ambito familiare tra le prove contro il cantante Daniele De Martino, all'anagrafe Agostino Galluzzo, l’artista indagato per omessa dichiarazione dei redditi e oggetto di un sequestro di beni per oltre 220mila euro ordinato dal Gip di Palermo ed eseguito nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza. È quanto emerge dall’ordinanza del gip Paolo Magro che ha accolto la richiesta del pm e ordinato il sequestro per equivalente delle somme delle imposte mai versate.
Dalle indagini condotte dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo di Palermo, infatti, sono emerse alcune pen drive in cui vi erano dei video nei quali apparivano e venivano contate numerose mazzette di denaro. I filmati, emersi durante una perquisizione domiciliare durante la quale sono stati sequestrati beni di lusso come rolex per un valore di centomila euro e banconote in contanti per oltre 9mila euro, secondo gli inquirenti sarebbero ulteriore prova dell’enorme disponibilità economica del cantante.
Nei filmati, risalenti al periodo tra il 2020 e il 2021, sarebbe ripreso anche il padre dell’artista, anche lui indagato per aver percepito il reddito di cittadinanza affermando che il figlio era disoccupato. In un video si vedrebbe l’uomo che conta una mazzetta di soldi composta da numerose banconote da 50 euro. Per il Gip, tutto questo è “dimostrazione delle enormi disponibilità economiche ben compatibili con l'entità dell'evasione fiscale contestata" al cantante.
Secondo gli inquirenti, il cantante neomelodico nel 2018 avrebbe realizzato 108 esecuzioni musicali e 105 concerti, nel 2019 157 esecuzioni musicali e 113 concerti e nel 2021 196 esecuzioni musicali e 8 concerti oltre a vendite di cd ma non avrebbe mai dichiarato nulla.
Secondo i finanzieri, infatti, nonostante “l’abitudinarietà nelle prestazioni” artistiche nel corso degli anni, “non ha mai aperto una partita iva”. Era inoltre molto attivo su siti ed App di settore dove nel tempo aveva caricato diversi album e video musicali. Proprio i profili social sono stati utili alle fiamme gialle per la ricostruzione dei compensi percepiti quantificati in quasi 850 mila euro in 6 anni di attività.