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Canta Napoli, ma senza pagare tasse: Neomelodici evasori per 6 milioni

L’ “Operazione Canta Napoli” della Guardia di Finanza ha portato alla denuncia di Tommy Riccio e Antonio Ottaiano, due noti esponenti della canzone neomelodica. Dalle indagini è emerso che uno dei aveva intestato fittiziamente moto e auto alla madre ultraottantenne, tra l’altro sprovvista di patente.
A cura di Biagio Chiariello
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Canta Napoli ma senza pagare le tasse Neomelodici evasori per sei milioni

Tommy Riccio e Antonio Ottaiano sono due dei più famosi esponenti del genere neomelodico. I due cantanti napoletani hanno alle spalle numerosi successi, riscossi soprattutto nei rioni popolari all'ombra del Vesuvio. Un lungo curriculum sul quale da stamattina va, però, stagliarsi una vistosa macchia. I due sono accusati di evasione fiscale per oltre sei milioni di euro. "Canta Napoli” è il nome dell'operazione messa in atto dalla Guardia di Finanza che denuncia Riccio e Ottaiano, colpevoli di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi e occultamento delle scritture contabili. Le verifiche tributarie nei loro confronti, svolte presso vari istituti di credito, avrebbero portato le fiamme gialle a scoprire un giro illegale di transazioni economiche. In particolare, le fiamme gialle hanno appurato che uno dei due soggetti sottoposti denunciati, per eludere gli eventuali controlli fiscali, aveva intestato moto ed automobili di grossa cilindrata alla madre ultraottantenne, tra l’altro sprovvista di patente di guida. Ad altri soggetti erano, invece, intestati fittiziamenti i proventi dell'attività artistica svolta da Riccio e Ottaiano in evasione d’imposta.

Feste di piazza, esibizioni a battesimi, comunioni, matrimoni, ma anche rappresentazioni teatrali nel corso dei vent'anni di carriera dei due cantanti. Antonio Ottaiano debuttò nel '93 alla grande ‘Festa della Sanità', il noto quartiere partenopeo che ha dato i natali a Totò. Tommy Riccio è uno degli esponenti più noti della "canzone di malavita". La sua "Nu' Latitante", hit di quasi venti anni fa, è stata più volte al centro delle polemiche: il testo, spiega Dagospia, «racconta la vita del ricercato, tra fughe dai blitz delle forze dell'ordine, telefonate strappalacrime alla moglie a casa, aiuto e vicinanza di pochi amici fidati. Dal pezzo fu tratto, nel 2003, un film con Barbara Chiappini e Tony Sperandeo».

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