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Canoista disperso nel lago di Bilancino. La moglie: “Credo sia morto ormai”

Sono riprese stamani le ricerche del canoista 79enne, di Prato, scomparso da sabato nelle acque del lago di Bilancino. Da Milano arrivano un sonar e un robot per scandagliare il fondo, tuttavia anche la moglie nutre poche speranze di ritrovarlo ancora in vita.
A cura di B. C.
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“Io credo che Romano sia ancora vivo. Ci voglio sperare ancora”. A parlare è Duccio Cipriani, amico  del canoista pratese di 79 anni disperso da sabato nel lago di Bilancino. Come evidenzia il quotidiano La Nazione, Romano Giusti, pensionato già titolare della nota autoscuola ‘4R’ di via San Vincenzo a Prato, nel centro storico della città, a due passi da San Domenico, era socio dello Sporting club in via Firenze, lo stesso frequentato da Cipriani. Dell’anziano non si hanno più notizie ormai da 48 ore. Le ricerche erano state interrotte nella serata di ieri al sopraggiungere dell'oscurità e per le avverse condizioni meteorologiche. Neanche stamane la squadra di sommozzatori dei vigili del fuoco di Milano, nonostante un'attrezzatura speciale tra cui un potente sonar per scandagliare il fondale del lago di Bilancino, non è riuscito a trovare il canoista.

Nonostante le speranze dell’amico, la moglie del 79enne non si fa illusioni: "So che mio marito anche con una gamba sola sarebbe rientrato", ha commentato  la donna dopo aver assistito ad ore e ore di ricerche. "Dall'elicottero dei vigili del fuoco – ha riferito – hanno fatto delle fotografie, le vaglieranno una per una e grazie a particolari tecnologie sono in grado di vedere se ci sono ombre sul fondo del lago e quindi indirizzare i sommozzatori che già hanno cercato in un punto trovando un grande bidone".

La canoa di Giusti era stata ritrovata rovesciata nella serata di sabato, mentre nella zona del lago di Bilancino pioveva e tirava un forte vento. Le ricerche, anche via terra e sullo specchio d'acqua, sono state condotte da vigili del fuoco, carabinieri e squadre di volontari. Va detto che nelle ricerche è stato utilizzato anche un robot subacqueo ‘Rov', capace di immersioni più prolungate rispetto a quelle che può fare un sommozzatore ‘umano’ a causa della bassa temperatura dell'acqua. Le stesse apparecchiature sono state utilizzate nelle operazioni di soccorso per il naufragio della Costa Concordia.

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