Cannabis terapeutica, in Italia curarsi è un miraggio
“In Italia non siamo nemmeno padroni del nostro corpo e il nostro diritto alla salute è calpestato”. Andrea Trisciuoglio ha 35 anni, è di Foggia. Ha un ampio sorriso schietto e molta ironia. Qualche anno fa era bloccato su una sedia a rotelle. Adesso invece cammina senza troppi problemi: “Molte persone mi chiedono se sono andato a Lourdes”, dice ridendo. La sua Lourdes è la cannabis.
“Ho la sclerosi multipla – racconta Andrea – e da cinque anni la curo con farmaci cannabinoidi che mensilmente l'ospedale mi fornisce”. E' il Bedrocan, un farmaco proveniente dall'Olanda. Andrea Trisciuoglio e Lucia Spiri hanno fondato il primo cannabis social club d'Italia a Racale, un incantevole paesino del Salento, in provincia di Lecce: il nome, eloquente, è “LaPiantiamo”. Una battaglia che un gruppo sempre più folto di ammalati sta portando avanti, da anni, incassando il sostegno attivo di tanti: dai Radicali con il segretario Rita Bernardini, presidente onoraria de LaPiantiamo, all'associazione Luca Coscioni e alla stessa Regione Puglia. Fino ad una proposta di legge, che però giace in Parlamento: una legge che permetta agli ammalati di coltivare la propria pianta di cannabis e autorizzi quindi anche un social club. Perché oggi, ci spiega Andrea, “è complicato accedere alle cure a causa di burocrazia e tabù legati alla canapa, e il farmaco costa 35 euro al grammo”. “Io ne prendo quattro grammi al giorno – rivela – che mi servono per ridurre la rigidità dei muscoli tipica della mia malattia e poter camminare”. Insomma, se la sua cura non fosse finanziata dal servizio sanitario regionale, Andrea dovrebbe spendere circa 4mila euro al mese. “Ma che forma di spaccio è, 35 euro al grammo? La prima volta che ho visto il costo sono saltato sulla sedia – continua Andrea – A questi prezzi assurdi curarsi è un miraggio. Per questo, è arrivato il momento di iniziare una produzione italiana”. Se da un lato accedere alle terapie in ospedale è una corsa a ostacoli (su lapiantiamo.it e su questo blog ci sono diverse testimonianze) dall'altro è piuttosto semplice procurarsi il medicinale facendoselo prescrivere su ricetta bianca e ordinandolo in una farmacia che lo venda, anche online. Ovviamente a prezzi proibitivi. Oppure, peggio ancora, rivolgersi al mercato nero. D'altra parte, è risaputo da secoli che la cannabis, come pianta officinale, possiede proprietà terapeutiche. Ad esempio: è un idoneo miorilassante, un efficace antivomito che riduce i disturbi di chemio e radioterapie, è utile per curare la sclerosi multipla, il glaucoma e altre patologie. E mentre gli ammalati iscritti al cannabis social club aumentano di giorno in giorno, diventando una enorme comunità, lo stato italiano non dà segnali di vita.
Intanto “altri mille pazienti si sono rivolti a noi – spiega Andrea – E io, come gesto simbolico, voglio regalare un grammo di cannabis terapeutica a tutti gli ammalati che hanno difficoltà ad accedere alle cure”. Ma ti senti scoraggiato? “No, io sono sicuro che nonostante tutto alla fine il buonsenso prevarrà e vinceremo la nostra battaglia. Noi andremo avanti, costi quel che costi. L'unica mia amarezza riguarda il fatto che dobbiamo batterci noi ammalati, che abbiamo già tanti problemi seri. Mentre molti altri Paesi del mondo si avviano ad una legalizzazione della marijuana”. Per sapere di più sulla battaglia di Lucia, Andrea e gli altri, questo è il sito internet del social club: www.lapiantiamo.it.