Cannabis terapeutica: il calvario di Cristian, malato, lasciato senza cure e pure arrestato
"Non ho sussidi di alcun tipo, non ho accesso alle cure e ho un processo da affrontare. È dura, ma non voglio arrendermi". Chi parla è Cristian Filippo, 25 anni, di Paola (Cs), affetto da sindrome fibromialgica e con un paio di accuse gravissime sul groppone, pur non avendo mai avuto a che fare con gli ambienti della criminalità. La sua è una storia di sofferenza e di diritti negati. Cristian è un giovane sopraffatto dalla malattia, che non riesce ad accedere alle cure e che, per lenire i suoi dolori, a un certo punto si ritrova a difendersi nelle aule del tribunale.
Il lungo calvario
La sindrome fibromialgica non concede attenuanti. Ci sono giorni in cui Cristian non riesce ad alzarsi dal letto, l'ansia e i dolori lo divorano, magari dopo l'ennesima notte insonne. Otto anni fa il giovane scopre le proprietà curative dei farmaci cannabinoidi, che assume quando può in sostituzione dei farmaci convenzionali verso cui ha sviluppato resistenza, ma i costi sono troppo alti per le sue tasche. Il sistema sanitario della Calabria, insieme a quello di Val d'Aosta e Molise, non prevede il rimborso delle cure a base di cannabis terapeutica, legali in Italia già da molti anni, e Cristian dovrebbe accollarsi le spese, circa 800 euro al mese solo per quelle a base di THC, principale principio attivo. Ma non può perché non lavora, le sue condizioni di salute non glielo permettono, e non prende alcun sussidio, perché la sindrome fibromialgica non rientra tra le patologie invalidanti riconosciute dall'Inps.
L'arresto
Per non cadere nelle mani degli spacciatori, Cristian coltiva marijuana nel box doccia di casa sua, una piantina per volta, ma a luglio del 2019 i carabinieri bussano alla sua porta per effettuare una perquisizione. Nonostante la malattia certificata, il giovane finisce agli arresti domiciliari con l'accusa di coltivazione di stupefacenti ai fini di spaccio e ci rimane per un mese. Il processo è ancora in corso e la prossima udienza è prevista nel 2022.
Le cure negate
Dopo l'arresto, il medico curante, facendo appello a un decreto ministeriale del 1997, avanza una richiesta d’importazione per ritirare il farmaco tramite dispensazione diretta a carico del Sistema Sanitario. Ma le istanze presentato non ottengono nessun riscontro. Cristian non può accedere alle cure. Il medico ci riprova una ventina di giorni fa, specificando che il farmaco richiesto è per Cristian è "off-label", insostituibile. Ma non c'è niente da fare, la farmacia ospedaliera di Cosenza risponde che la sua richiesta non può essere accolta perché Cristian non è un paziente ricoverato o in regime di post-ricovero ordinario. L'ennesimo rifiuto è dura da mandare giù, Cristian scrive una lettera accorata al Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, Andrea Costa, anche per denunciare la disparità di trattamento tra una zona e l'altra della Calabria. Nelle province di Catanzaro e Crotone alcuni medici avrebbero trovato il modo di garantire ai pazienti l'accesso alle terapie a base di cannabis, pur adottando un metodo dispendioso. Ma anche in questo caso ancora non sono arrivate risposte.
Pioggia di solidarietà per Cristian
Mentre le istituzioni continuano ad ignorarlo, la società civile si è stretta attorno a Cristian alzando un muro di solidarietà e vicinanza. Il 25enne paolano in questi giorni ha persino ricevuto un'offerta di lavoro da parte di Mario Pescatore, titolare dell'azienda agricola "Gli elfi della Calabria" che si occupa di produzione e distribuzione di canapa light. "Si tratta di una collaborazione – precisa Cristian – e sono felicissimo. Sono veramente grato a Mario e alla sua azienda per questa opportunità". Ci sono poi le associazioni "Meglio legale", che ha messo a disposizione un avvocato affinché Cristian possa affrontare il processo con serenità, e "Cannabis cura Sicilia", presieduta da Alessandro Raudino, che si è apertamente schierata dalla parte del giovane. La battaglia di Cristian ha poi altre due colonne portanti. Sono Cristian Ferri, anche lui malato e senza accesso alle cure, e Giampiero Tiano, affetto da epilessia. Quest'ultimo dal 1995 si batte per il riconoscimento dei diritti dei malati dopo provato sulla propria pelle l'assenza di una legge chiara in merito all'uso della cannabis terapeutica. "Giampiero mi è stato sempre vicino – ha detto in ultimo Cristian – e insieme vogliamo combattere questa battaglia non solo per noi, ma per tutte le persone che si trovano nelle nostre stesse condizioni".