Per la prima volta in Italia da quando si è iniziato a parlare di legalizzazione, ci sarebbe una maggioranza che potrebbe davvero approvarla. In poco più di un anno di governo giallo verde, il leitmotive del M5S in tema cannabis era il fatto che le istanze per la legalizzazione non si potevano portare avanti in maniera troppo convinta per evitare di irretire l’alleato di governo. Nonostante la vocazione da sempre mostrata del movimento fosse quella di regolamentare il mercato – un tema che sicuramente ha portato parecchi voti alle ultime politiche – per la cannabis, sull’agenda di governo, non c’è mai stato spazio. Anzi. Il tema è stato monopolizzato dalla Lega in senso opposto con il ministro Fontana, delegato alle politiche antidroga, che manifestava la volontà di tornare alla tolleranza zero e alla guerra alla droga di nixoniana memoria, e con Salvini che era andato oltre dichiarando guerra alla cannabis light e alle centinaia di commercianti che la vendono nei propri negozi, mentre i 5 Stelle non preferivano verbo e qualche parlamentare, su iniziativa individuale, proponeva leggi senza che venissero calendarizzate.
Oggi è cambiato tutto. E in maniera tanto radicale da far gridare agli eredi di Pannella, che sulla cannabis ha sempre battagliato esponendosi in prima persona, che oggi, per l’Italia, si prospetta un’occasione da non perdere. “Ora che il governo Conte bis è finalmente nato chiediamo al Presidente del Consiglio, a tutti i ministri e ai parlamentari di non lasciarsi sfuggire questa incredibile occasione!”, hanno scritto i Radicali ricordando che: “Soltanto con la legalizzazione della cannabis potremo liberare il sistema giudiziario, colpire duramente le mafie e portare tanti soldi nelle casse dello Stato”. Ecco perché chiedono a chiunque sia a favore di firmare l’appello lanciato a inizio del 2019, in cui ricordavano la legge di iniziativa popolare per la quale sono state raccolte oltre 68mila firme consegnate alla Camera dei deputati l’11 novembre del 2016.
Un appello che nasce dal fatto che tutte le forze politiche che compongono il Conte bis, sono infatti favorevoli alla legalizzazione. E non solo sulla carta, visto che oggi ci sono ben 7 proposte di legge che a vario titolo normerebbero il settore della cannabis ricreativa, già depositate in Parlamento, oltre a quella di iniziativa popolare. 3 fanno capo proprio ai 5 stelle, altrettante al PD e una invece proviene dalle file di LEU. In più potrebbe esserci anche il sostegno di Più Europa, che non ha mai fatto mistero di essere d’accordo.
Dunque oggi, tolta la maschera dell’ipocrisia, la questione è solo una: la volontà politica. Le leggi sono già depositate e i voti ci sarebbero. Non solo, perché in un momento disastrato per la nostra economia e con la manovra finanziaria che si prospetta all’orizzonte, potrebbe essere un modo semplice e diretto per reperire risorse, rimettere in moto circoli economici virtuosi e dare contemporaneamente un bel colpo alla criminalità organizzata. Sarà la volta buona?
Lo sperano gli antiproibizionisti e anche tutte quelle persone che, a vario titolo, sono attente a questo nuovo settore che, nelle sue ramificazioni, si sta rivelando strategico a livello mondiale. Non solo per risanare economie disastrate nel segno dell’ambiente, ma per far tornare la cannabis ed essere considerata per quello che è: una risorsa imprescindibile per le sfide che qualsiasi governo si troverà a fronteggiare e che tocca temi che vanno dalla criminalità organizzata al contrasto dei cambiamenti climatici, senza dimenticarsi dei diritto sacrosanto dei milioni di consumatori di cannabis italiani di utilizzare il fiore più bistrattato della storia nella maniera che ritengono più opportuna. Tenendo ben presente una cosa: legalizzare la cannabis sarebbe una buona notizia per tutto il paese, non solo per chi ne fa uso.