Cannabis light in tabaccheria? Non si può: arrivano le prime multe e licenze a rischio
Sembrava ormai fatta per la cannabis light venduta liberamente anche in tabaccheria. E invece no. A Bologna il vuoto normativo attorno al commercio della marijuana legale, con basso contenuto di Thc e alti livelli di Cbd, ha già fatto alcune vittime. La direzione regionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Aams), in seguito alle sue ispezioni di routine, ha comminato una sanzione pecuniaria di 258 euro ad un tabaccaio che vendeva cannabis legale a pochi passi dal centro del capoluogo emiliano-romagnolo, avviando inoltre nei suoi confronti il procedimento di revoca della licenza. Il motivo? È vietato vendere prodotti surrogati del tabacco in assenza di una disposizione esatta a livello nazionale. La questione, però, è che attualmente la cannabis light è considerata un prodotto ad uso tecnico e non destinato all’inalazione. E dunque, non ha nulla a che fare con filtri e cartine, almeno formalmente. Il cortocircuito è evidente.
Nicholas Rivolta, il giovane tabaccaio multato sotto le Due Torri, ha già fatto ricorso. E non si tratterebbe dell’unico: nell’ultimo mese gli ispettori bolognesi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno effettuato numerosi controlli e tanti commercianti di sigarette ed erba legale sono col fiato sospeso. Qualcun'altro, gira voce in città, sta già facendo compagnia a Nicholas.
La questione è comunque paradossale: la marijuana light può essere venduta dovunque, per assurdo anche in un negozio di vestiti, ma non in tabaccheria. O almeno così sembrerebbe. Per la vendita di tabacco, liquido per le sigarette elettroniche e qualsiasi altro surrogato del tabacco è obbligatorio, per mantenere la licenza, rifornirsi dai cosiddetti “depositi fiscali territoriali” dell’Aams. La cannabis ovviamente qui non si trova e i tabaccai la acquistano da fornitori privati.
Proprio il liquido per le sigarette elettroniche, una volta sul mercato, ha subito la stessa sorte, arrivando in tabaccheria, passando per il Monopolio, solo dal primo gennaio di quest’anno e dopo un iter legislativo lungo e complesso. Gli addetti ai lavori si augurano che si possa raggiungere lo stesso risultato anche per quanto riguarda la cannabis light. Magari, però, “senza aspettare dieci anni”, come si augura Nicola Antonacci, tabaccaio di Casalecchio di Reno e portavoce di tanti altri colleghi preoccupati per i controlli e per una licenza messa a rischio a causa di un vuoto normativo. Lo stesso vuoto normativo che, non molti mesi fa, aveva spinto la Fit, Federazione Italiana Tabaccai, a sconsigliare ai propri associati ad astenersi da questo business. Almeno fino a quando non ci sarà una legge chiara. “Come rete dello Stato ci proponiamo per poter effettuare questa vendita” è il messaggio del presidente provinciale Fit di Milano, Emanuele Morinoni. “La decisione finale non spetta a noi e sarà il frutto di una discussione tuttora in corsa. Ci auguriamo sia il più veloce possibile”.