La legge non è uguale per tutti. Lo dimostra la telefonata del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria fatta per “interessarsi” alla salute di Giulia Ligresti, detenuta per il caso Fonsai e in precarie condizioni di salute (è anoressica). Dopo l'interessamento del ministro, Ligresti è stata messa agli arresti domiciliari. È una storia di profonda ingiustizia per due motivi. Il primo è ovvio: un ministro della Repubblica non dovrebbe far pesare il suo ruolo per favorire singoli anche se «si trattava di un caso umanitario» come si è affrettata a dire la Cancellieri. Il secondo è che questo «motivo umanitario» è ignorato in migliaia di altri casi di detenuti in attesa di giudizio, magari in condizioni di salute peggiori della signora Ligresti. Quelli lì possono morire, signor ministro? Per quelli una telefonata non la fa?