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Campionessa di scherma stuprata in ritiro, la famiglia contro la Fis: “Emarginata per aver denunciato”

L’avvocato Luciano Guidarelli, a difesa della campionessa di scherma 17enne violentata durante un ritiro a Chianciano Terme nell’agosto scorso, ha presentato un esposto alla procura federale della Federscherma e al procuratore capo del Coni per chiedere provvedimenti nei confronti dei 3 atleti accusati di stupro. “Lei emarginata dopo la denuncia”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Mentre le indagini della Procura di Siena sullo stupro di gruppo ai danni di una campionessa di scherma 17enne durante un ritiro sportivo a Chianciano Terme sembrano avviarsi verso la conclusione, la ragazzina che ha denunciato 3 tesserati di Federscherma per violenza di gruppo aggravata dall'uso di sostanze stupefacenti, ha raccontato di essersi sentita emarginata e poco sostenuta dagli altri atleti della Federazione italiana.

Un atteggiamento che, secondo l'avvocato che segue la famiglia, Luciano Guidarelli, sarebbe emerso con forza anche dai comportamenti assunti dalla Federscherma nei confronti dei 3 giovani denunciati. Due sarebbero da poco maggiorenni, mentre un terzo, che non risulta indagato dalla Procura di Siena, sarebbe ancora minorenne.

L'avvocato Guidarelli ha spiegato di aver presentato un esposto alla procura federale della Federscherma e al procuratore capo del Coni, il prefetto Ugo Taucer, per chiedere approfondimenti sul caso e provvedimenti disciplinari nei confronti dei 3 aggressori.

Nella notte tra il 4 e il 5 agosto scorso, infatti, secondo quanto finora emerso dalle indagini, nel campo per giovani schermidori vi era un giro di stupefacenti e alcolici vietati dalle stesse regole della Federazione.

Nonostante tutto, però, nei confronti dei tre non vi sarebbero stati provvedimenti di alcun tipo. Secondo l'avvocato Guidarelli, la circostanza sarebbe aggravata dal fatto che almeno uno dei due maggiorenni indagati per violenza sessuale era già noto alla Federazione per l'uso di sostanze stupefacenti non ammesse.

"La mia assistita – ha spiegato il legale a Fanpage.it – sta continuando a gareggiare. Questo è l'unico modo per superare il trauma e anche per mettersi alle spalle questa brutta vicenda in attesa che la giustizia sportiva e quella ordinaria facciano il loro corso".

L'avvocato ha raccontato inoltre che durante un evento sportivo di scherma a Istanbul, la ragazza ha dovuto cambiare albergo insieme alla mamma per non incontrare uno degli aggressori ancora in gara.

"Le indagini della Procura di Siena vanno verso la conclusione – ha anticipato Guidarelli -. Nel frattempo nulla si è mosso negli ambienti della Federazione Italiana Scherma. La mia assistita ha raccontato di essersi sentita fortemente a disagio quando le è capitato di tornare in Italia per gareggiare. La Federazione e gli altri atleti si sono comportanti come se fosse la vittima ad aver fatto qualcosa di imperdonabile, ossia denunciare una violenza sessuale in ambito sportivo. Non si è sentita accolta e tutelata dall'organo preposto a questo".

"La ragazza è disponibile ad essere ascoltata dagli organismi di giustizia federale – ha spiegato inoltre Daniela Simonetti, presidentessa dell'Associazione ChangeTheGame che si occupa di abusi nel mondo dello sport e che sostiene la vittima -. Questo è importante perché dimostra la sua collaboratività e mette Federazione italiana di Scherma nella posizione di non potersi nascondere dietro il fatto che la Procura di Siena non ha voluto fornire gli atti dell'inchiesta. Con un coinvolgimento della giovane, sarebbe la stessa parte offesa a condividere i documenti estensibili nel rispetto delle indagini in corso. La sportiva vuole andare avanti nella sua carriera. Se non si vuole dare credito al suo racconto, è giusto almeno indagare".

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