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Campania, trasporti senza pace: lo stipendio non arriva, due giorni di proteste nella Ctp

Gli stipendi e i buoni pasto slittano al 5 settembre ed esplode la protesta dei lavoratori della Ctp in tutta la provincia di Napoli e in alcuni depositi della provincia di Caserta, come Mondragone. Il nervosismo è alle stelle, soprattutto perché, fa sapere l’azienda, “ulteriori eventuali differimenti saranno comunicati”. I lavoratori chiedono garanzie anche per il futuro.
A cura di Redazione
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Trasporti senza pace a Napoli e provincia: gli stipendi e i buoni pasto slittano al 5 settembre ed esplode la protesta dei lavoratori della Ctp in tutta la provincia di Napoli e in alcuni depositi della provincia di Caserta, come Mondragone. Il nervosismo è alle stelle, soprattutto perché, fa sapere l'azienda, "ulteriori eventuali differimenti saranno comunicati". Per tutta la giornata di ieri si sono registrati disagi consistenti: già al mattino i lavoratori hanno iniziato ad applicare scrupolosamente il codice della strada a tutti i mezzi, facendo calare vistosamente il numero di uscite dal deposito. Poi il blocco totale, nel pomeriggio. E oggi i disagi continuano, perché "sono mesi che lo stipendio arriva a singhiozzo – raccontano alcuni dipendenti – e i lavoratori vogliono certezze sul futuro in questa fase di transizione nell'organizzazione del trasporto pubblico locale campano". Perché, oltre al problema ritardi negli stipendi, esiste l'incognita sul futuro con la dismissione delle province. 

Oggi i disagi continuano, ma ci sarà un incontro tra il direttore generale e una delegazione di lavoratori, a seguito del botta e risposta di ieri sullo stato di agitazione e la possibilità che i lavoratori che hanno protestato siano "puniti". "I disagi causati all’utenza con le inevitabili ripercussioni sull’erogazione del servizio – puntualizzano dall'Usb – sono da imputarsi esclusivamente ad una condotta e ad una gestione irresponsabile ed ad una cattiva informazione fornita ai lavoratori in agitazione. Non è assolutamente tollerabile che, di fronte ad un quadro di incertezze salariali e di fronte alla completa assenza di programmi e di piani di sviluppo industriali legati alla creazione della città metropolitana, le maestranze non manifestassero in maniera ‘vivace' tutte le loro preoccupazioni e il proprio disappunto". L'Usb si scaglia anche contro la gestione politica di questa fase: "Regione Campania ed ex classe politica provinciale – si legge in un comunicato –  devono attivarsi immediatamente per ripristinare la regolarità dei servizi erogati e questo può avvenire solo attraverso un serio progetto per la città metropolitana e la relativa copertura economica che deve essere messo in campo adesso, durante questa difficile fase di transizione, garantendo non solo i lavoratori, ma anche quelli delle altre partecipate provinciali. Ciò significa mettere a disposizione nel più breve tempo possibile le risorse previste dai fondi strutturali europei per lo scopo, insieme a quelli nazionali e regionali". Sullo sfondo, resta la paura dei lavoratori che il trasporto pubblico venga interamente privatizzato

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