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“Cambio fila per quel f… di m….”. Insulti omofobi e aggressione a uno scultore, ora è in ospedale

Lo scultore bresciano Tullio Cattaneo è stato insultato all’interno di un supermercato di Carbonia, in Sardegna, mentre era insieme al suo compagno. All’esterno del negozio è stato aggredito fisicamente. Ora è in ospedale a Cagliari.
A cura di Davide Falcioni
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Prima un insulto omofobo, poi la discussione che dal supermercato è continuata fino al parcheggio e per finire la spinta violenta, la caduta e il ricovero in ospedale. È quello che alcuni giorni fa è accaduto allo scultore bresciano Tullio Cattaneo: l'uomo stava trascorrendo un periodo di vacanza in Sardegna con il compagno quando quando è stato pesantemente insultato e poi aggredito fisicamente mentre faceva la fila per pagare la spesa in un supermercato dell'isola. Dopo un giorno e mezzo di coma indotto ora è ricoverato nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Cagliari. Sarebbe fuori pericolo, ma resta sotto osservazione a causa dell’esteso ematoma alla testa che ha rimediato dopo la caduta a terra.

"È nato tutto dall’insulto che Tullio ha ricevuto mentre era alla cassa di un supermercato a Carbonia", ha raccontato al Giornale di Brescia Marcello Arienti, il compagno dello scultore. "Un uomo ha detto al cassiere: ‘Cambio fila perché non voglio stare vicino a quel finocchio di m…'. Tullio, infastidito, ha chiesto una spiegazione; ne è nata una discussione verbale che una volta fuori sembrava finita. E invece – prosegue Arienti – Tullio e il signore si sono incrociati ancora, si sono detti qualcosa fino a quando l’uomo è andato via in auto. Al suo posto è sbucato un amico che ha proseguito la discussione. Mi sono messo in mezzo per calmare gli animi e sono stato colpito con un pugno al volto. Quando mi sono rialzato ho visto che Tullio era a terra. Con gli occhi aperti, ma non parlava".

Dopo essere stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Carbonia, Cattaneo è stato trasferito a quello di Cagliari, dove i medici lo hanno intubato. Dopo un giorno e mezzo in rianimazione ora è nel reparto di neurochirurgia, ma non è ancora chiaro se dovrà essere sottoposto ad un intervento chirurgico. "È stata un’aggressione nata da quell’insulto omofobo. È vero che a colpirci non è stata la stessa persona, ma un amico. Tullio era infastidito per quella frase che aveva sentito, poi tutto è degenerato in violenza", ha concluso il compagno dello scultore bresciano.

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