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Cambiare sesso all’anagrafe senza operazione, la battaglia del terzo genere

La campagna del Movimento identità sessuale per cambiare la legge italiana che regolamenta il cambio di sesso.
A cura di A. P.
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Cambiare sesso sui documenti ma senza operazione chirurgica, è la battaglia portata avanti in Italia dal Movimento identità sessuale che sta per lanciare la campagna "Un altro genere è possibile". L'iniziativa, a cui hanno aderito numerose organizzazioni come Consultorio Transgenere, Associazione Libellula, Arcigay, Certi Diritti, Cgil ed Equality, chiede di modificare la legge 164 del 1982 che oggi regolamenta il cambio di sesso nel nostro Paese permettendolo solo dopo un'operazione chirurgica. Una campagna che chiede di affrontare il problema di tutte le persone trans che non vogliono o non possono affrontare il bisturi e che per questo per anni rimangono in un limbo, donne sulla carta e uomini nella vita o viceversa.  Una condizione non certo facile visto che comporta notevoli problemi di ordine pratico. Ad esempio quando si va in un ufficio pubblico o privato e si ha un aspetto diverso dal sesso segnalato sui documenti o anche quando si va a votare e bisogna mettersi nella fila "sbagliata".

Il cambio di sesso senza operazione avviene già in molti Paesi nel mondo e anche il Consiglio d'Europa raccomanda di andare in questa direzione, ma in Italia vige una regolamentazione restrittiva. Come spiega l'avvocato e vice presidente del Mit Cathy La Torre, "La Legge dice che la rettificazione del sesso si fa a seguito di ‘intervenute modificazioni dei caratteri sessuali' e che il tribunale, quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali mediante trattamento medico-chirurgico, lo autorizza". "Ma se invece non risultasse necessario?" si chiede il legale spiegando che basandosi su questo aspetto molti giudici hanno dato parere favorevole. "Ci sono già diversi precedenti del Tribunale di Roma e anche di altri tribunali che hanno concesso il cambio dei documenti anche in assenza di intervento chirurgico: se la persona dimostra di vivere pienamente il suo sesso percepito anche senza l'intervento perché costringerla a qualche cosa che non vuole?" ha spiegato La Torre.

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