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Calenzano, le rivelazioni degli autotrasportatori: “La manutenzione anche mentre carichiamo i camion”

Le indagini sull’esplosione di Calenzano si concentrano sulle procedure della manutenzione nel deposito Eni. I carabinieri sono rimasti negli uffici della ditta di manutenzione per oltre 10 ore acquisendo centinaia di fascicoli e documenti. “Quando carichiamo le autocisterne loro sono lì a fare i più svariati lavori di manutenzione” hanno raccontato alcuni camionisti.
A cura di Antonio Palma
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Escluso il sabotaggio, le indagini dei pm sull’esplosione di Calenzano si concentrano sempre di più sulle procedure della manutenzione nel deposito Eni, ora posto sotto sequestro. "Condotte scellerate” scrivono senza mezzi termini i pm nei decreti di perquisizione che ieri hanno portato i carabinieri sia nella struttura toscana sia nella sede di Segem, la ditta lucana specializzata nel settore e incaricata della manutenzione degli impianti.

L’ipotesi al momento è che vi sia stata la fuoriuscita di carburante in una delle pensiline di carico "in qualche modo dovuta alla chiara inosservanza delle rigide procedure previste". "Le conseguenze di tale scellerata condotta non potevano non essere note o valutate dal personale che operava in loco" aggiungono dalla Procura toscana nel provvedimento che ha incaricato i carabinieri di perquisire la ditta.

L'esplosione nel deposito Eni di Calenzano.
L'esplosione nel deposito Eni di Calenzano.

I militari del Comando provinciale dei carabinieri di Potenza sono rimasti negli uffici per oltre 10 ore acquisendo centinaia di fascicoli e documenti tra cui quelli relativi alla trasferta dei due dipendenti morti nello scoppio: Franco Cirelli, di 50 anni, di Cirigliano (Matera) e Gerardo Pepe, di 45, di Sasso di Castalda (Potenza) che sono tra le cinque vittime della tragedia.

“Quelli della manutenzione al deposito Eni ci sono praticamente sempre, sono una presenza fissa” ha raccontato al Corriere della Sera un autotrasportatore, rivelando: “Mentre noi carichiamo le autocisterne mentre loro sono lì a fare i più svariati lavori di manutenzione”. “Se da un lato c’è la questione del possibile innesco, però, bisognerà che qualcuno spieghi cos’era quella gigantesca nuvola di gas che si è creata sotto le pensiline” ha sottolineato il camionista che era appena uscito quando è avvenuta la deflagrazione. “Una tale fuoriuscita di gas di scarico non dovrebbe esserci” ha concluso.

Un altro camionista, che ha voluto rimanere anonimo, rincara la dose: “Le valvole si rompono sempre ma una volta quando si facevano questi lavori si fermava il carico del carburante, ora non se lo sognano nemmeno. Qui ho visto entrare le autocisterne persino quando hanno fatto la bitumazione con l’uso della fiamma”.

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