Calenzano, il prete si difende: “Pensavo avesse 15 anni, prendeva lei l’iniziativa”
"Ignoravo l’età, pensavo che avesse qualche anno in più, tipo 14 o 15 anni" così davanti ai giudici si sarebbe giustificato don Paolo Glaentzer, il prete accusato di aver abusato di una 11enne sua conoscente dopo essere stato sorpreso lunedì sera in flagrante mentre si era appartato in auto in un zona buia con la bambina seminuda a Calenzano, in provincia di Firenze. La circostanza secondo la quale il prete avrebbe ignorato l’età della bambina, secondo il gip che ha disposto per l'uomo gli arresti domiciliari, sarebbe però smentita dal suo stesso racconto successivo e dalle indagini investigative dei carabinieri. L'uomo infatti davanti al pm ha dichiarato di conoscere la famiglia da molti anni, addirittura da quando la bambina era poco più che una neonata, circostanza confermata dagli stessi familiari della 11enne.
"Ho conosciuto questa famiglia circa dieci anni fa e andavo una volta al mese a cena a casa loro" avrebbe detto infatti il parroco. L’uomo avrebbe anche affermato di aver aiutato la famiglia della piccola sia spiritualmente che economicamente a causa di problematiche finanziarie che sociali da cui era gravata. Per questi problemi la bimba e i fratellini in effetti erano stati anche tolti ai genitori e messi in comunità per ordine dei servizi sociali ma lo stesso don Paolo si era prodigato per farli tornare a casa. Rispondendo alle domande degli inquirenti, il prete ha raccontato di aver donato in totale alla famiglia circa settemila euro durante tutto il periodo della loro frequentazione.
Davanti al magistrato però l'uomo ha confessato pienamente l'incontro con la piccola, raccontando anche di aver avuto incontri analoghi con la bimba in "almeno altre tre occasioni", specificando poi che era sempre stata la piccola a prendere l'iniziativa. "Dal momento dell'arresto ad oggi ho pensato a quanto accaduto e mi rendo conto di aver sbagliato", avrebbe poi affermato don Paolo, ammettendo le sue colpe. Secondo il gip, in realtà il sacerdote avrebbe potuto ancora abusare della bimba se non fosse stato sorpreso dai due vicini di casa e poi bloccato dai carabinieri. Per il giudice, l'anziano avrebbe circuito la piccola approfittando dal suo ruolo di sacerdote e della conoscenza con la famiglia dimostrano "un pervicace radicamento in siffatte devianti e illecite modalità di condotta".