Caldaia, come e quando va controllata: le multe previste in caso di mancata verifica
Chiunque abbia nel proprio appartamento un impianto di riscaldamento autonomo sa bene che periodicamente deve sottoporlo a un controllo, sia per una questione di sicurezza sia per evitare – in caso di verifiche – di incappare in sanzioni. Il regolamento in materia di controlli sull’efficienza energetica dei sistemi di climatizzazione disciplina ciò che gli utenti devono fare per la manutenzione di caldaie e condizionatori. I controlli da effettuare sono di due tipi: la revisione degli impianti e i controlli sull’efficienza energetica.
La revisione degli impianti termici
La revisione degli impianti termici va effettuata periodicamente e per capire quale sia il periodo di tempo da far passare tra un controllo e l’altro fanno fede alcuni criteri. Il primo riguarda le indicazioni fornite dall’impresa che ha installato l’impianto. In caso non sia presente questa indicazione, si passa a ciò che è scritto nelle istruzioni tecniche emesse dal fabbricante, altrimenti si fa riferimento alle normative Uni e Cei per quel determinato dispositivo. Se poi dovessero venire a mancare tutte e tre queste condizioni è necessario trovare una copia delle istruzioni tecniche della caldaia dell’utente.
I controlli periodici vanno annotati su un libretto di impianto. Solitamente i produttori prevedono un periodo di manutenzione su cadenza annuale, ma non è necessario effettuare le revisione ogni anno se le indicazioni fornite da chi ha installato l’impianto sono diverse. Gli installatori e i manutentori dell’impianto devono dichiarare quali operazioni di controllo e manutenzione vadano effettuate per garantire la sicurezza delle persone o delle cose e con quale frequenza è necessario adempiere a questi obblighi.
I controlli per l’efficienza energetica
I controlli per l’efficienza energetica vanno effettuati sugli impianti domestici: nel caso di impianti a combustibile liquido o solido ogni due anni, in caso di impianti a gas metano o gpl ogni quattro anni. Questi criteri sono validi per le regioni o le province autonome che non hanno un proprio regolamento in materia, come avviene invece per Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia. Inoltre il produttore dell’apparecchio può stabile che la periodicità dei controlli sia diversa da quella prevista.
Le sanzioni in caso di omesso controllo
In caso di mancato controllo scattano per gli utenti sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 500 a un massimo di 3mila euro. In caso di riscontro di anomalie o di mancata verifica oltre alle sanzioni scatta anche un ulteriore onore di controllo che può variare dai 50 ai 200 euro. All’utente viene inflitta una multa anche nel caso in cui non abbia il libretto di impianto, con un importo tra i 500 e i 600 euro. La manutenzione della caldaia spetta al proprietario della casa o, in caso di riscaldamento condominiale, all’amministratore di condominio. Se la casa è abitata da un affittuario, sarà quest’ultimo a doversi occupare delle verifiche. I controlli degli impianti vengono effettuati a campione e viene verificato il pagamento del bollino blu. L’utente viene avvisato in anticipo con una raccomandata nella quale si specifica la data e l’orario della verifica.