Calciatore esulta con saluto romano a Marzabotto, dove i fascisti uccisero quasi 800 persone
Un insulto alle quasi 800 vittime della Strage nazifascista di Marzabotto dell'autunno del 1944: protagonista un calciatore di una squadra di calcio di seconda categoria, che dopo aver segnato un gol proprio contro il Marzabotto ha esultato facendo il saluto romano e mostrando la maglia della Repubblica di Salò.
E' accaduto ieri proprio nella cittadina in provincia di Bologna, teatro 73 anni fa di una delle più cruente stragi compiute dai nazifascisti, anche nota come l'Eccidio di Montesole. Il Marzabotto e il 65 Futa, due squadre di calcio, si sono scontrate nella nona giornata del campionato di seconda categoria. Dopo il vantaggio iniziale dei padroni di casa, gli ospiti hanno pareggiato poi segnato il gol vittoria in pieno recupero. E' in quel momento che l'autore della rete ha esultato in modo inequivocabile, alzando il braccio destro nel saluto romano. un omaggio chiarissimo a chi commise la strage di Marzabotto. “Lo sport deve educare ai valori della Costituzione – ha dichiarato in un comunicato il sindaco della città Romano Franchi – È un atto premeditato che non giustifica nessuna ragione”.
Anche l'Anpi ha ovviamente condannato il gesto: "Il fascismo è un reato, non una semplice opinione, chiediamo alla società calcistica e all’atleta di venire al Sacrario dei Caduti e chiedere pubblicamente scusa. Non possiamo archiviare episodi di questo tipo come semplici ragazzate, perché crediamo che il calcio debba essere portatore di valori come il rispetto e l’amicizia". Anche i dirigenti del 65 Futa, squadra in cui è tesserato il giocatore, hanno dichiarato: "In seguito ai gravi fatti accaduti ieri nella partita Marzabotto-Futa65, in cui un nostro tesserato si è reso protagonista di gesti che vanno oltre le regole dello sport, la società Futa 65 comunica che non era a conoscenza della maglia indossata dal ragazzo, e che nel caso un qualsiasi giocatore o dirigente l'avesse vista ovviamente avrebbe impedito categoricamente di indossarla". Ribadendo "l'estranietà al fatto, la società comunica inoltre che il calciatore in questione è già stato sospeso dall'attività agonistica e verrà multato secondo il regolamento interno vigente. Ci scusiamo per l'accaduto con tutte le persone colpite nel profondo da questo gesto… e chiediamo scusa a tutti a nome nostro e del nostro tesserato", conclude il post.
Dopo le accuse, anche il calciatore incriminato, attraverso Faceboook, ha chiesto scusa mostrando totale e sincero pentimento. "A seguito degli avvenimenti di cui mi sono reso protagonista durante la partita di calcio Marzabotto-Futa65 sono qui ad esporre il mio piu' totale e sincero pentimento" scrive il calciatore, aggiungendo: "Sono consapevole di aver recato offesa non solo alle associazioni partigiane e antifasciste ma a tutta la comunità' di Marzabotto. Ho agito con leggerezza senza pensare alle conseguenze che questo mio gesto avrebbe scaturito tanto a livello personale quanto comunitario. Ho lasciato passare un terribile messaggio di cui, ribadisco, sono totalmente pentito e dispiaciuto". "So che nessuna mia parola potrà' cancellare né il mio sconsiderato gesto né il dolore che esso ha causato. Ma era mio dovere morale scusarmi. Dichiaro inoltre che la società FUTA 65 e i miei compagni di squadra sono stati da me tenuti all'oscuro della maglia incriminata che portavo sotto quella da gioco e delle mie intenzioni di mostrarla .. fino a fatto compiuto!", ha concluso l'uomo.