“Calci in pancia da mia mamma”: ragazza indiana fugge dalle nozze combinate dalla famiglia
“Mi hanno picchiata: mio padre, mio zio… mia madre mi ha dato un calcio in pancia. Va avanti così da mesi. Da quando mi hanno imposto un uomo da sposare ma io ho detto di no. Sono innamorata di un mio connazionale, indiano anche lui, è un 23enne, ha quattro anni più di me”, questo il racconto che la 19enne di origini indiane residente nel Modenese ha fatto alla professoressa di scuola quando un mese fa si è presentata in classe con il volto pieno di lividi e graffi.
Una vicenda che ricorda tristemente quella di Saman Abbas e che, anche in questo caso, è seguita dall'avvocata Barbara Iannuccelli dell'Associazione Penelope, che nel processo per l'omicidio della 18enne pakistana, si è costituita parte civile. È stata lei a intervenire quando la giovane studentessa ha avuto il coraggio di denunciare la sua famiglia che per lei aveva organizzato un matrimonio combinato. L'ha accompagnata in commissariato a fare la denuncia dopo che nonostante la segnalazione e l'attivazione del Codice rosso la 19enne era stata costretta a tornare a casa.
Dopo essere stata di nuovo percossa, con la nonna che le ha tirato dietro una scarpa, la giovane ha deciso di andar via definitivamente chiedendo aiuto proprio alla legale. La notte del 25 aprile la studentessa è stata accolta dalla preside della sua scuola perché nonostante la denuncia in commissariato e le chiamate degli assistenti sociali, non sono stati trovati posti nelle strutture idonee all’accoglienza in casi come questo.
La preside e la legale hanno così ascoltato il racconto della 19enne: “Mi hanno messo a digiuno per due giorni – le sue parole – e papà si è messo davanti a me dandomi dei calci”. L'hanno drogata con del latte al quale probabilmente era stato aggiunto del sonnifero, mentre al suo risveglio ricorda solo il padre che, ubriaco, con la mano fa il segno della gola tagliata. La vicenda è stata presa in mano dalla Questura di Bologna nella persona di Isabella Fusiello, che ha disposto per la 19enne l'alloggio immediato in un centro protetto. Ci sarebbero avvisi di garanzia per maltrattamenti emessi dalla Procura di Modena che indaga.