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Calano le vaccinazioni obbligatorie per i bimbi, l’Oms richiama l’Italia

In Italia si vaccinano sempre meno bambini entro i due anni d’età, l’Organizzazione mondiale della sanità chiede un incontro ungente con il Ministro della salute.
A cura di Antonio Palma
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Le vaccinazioni obbligatorie tra i bambini effettuate entro i due anni di età in Italia hanno avuto un drastico calo negli ultimi anni tanto da fare scattare un richiamo formale dell’Oms al nostro Paese. Secondo i dati resi noti dal ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità, infatti, nel corso del 2013 si è arrivati al livello più basso degli ultimi 10 anni. Lo stesso ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha definito il fenomeno "preoccupante" sottolineando che se il trend prosegue potrebbe diventare un "problema serio di sanità pubblica". Il calo delle vaccinazioni sui bimbi nel nostro Paese in effetti è stato generalizzato e ha riguardato la maggior parte delle vaccinazioni offerte gratuitamente alla popolazione italiana in accordo con il Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014. Si tratta di vaccini ad esempio per poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae b, parotite, rosolia e morbillo.

Interviene anche l'Istituto superiore di sanità

Proprio il calo delle coperture vaccinali per morbillo e rosolia, "è più marcato rispetto alle altre vaccinazioni ed è stato registrato in tutte le Regioni". Appare molto lontano dunque l'obiettivo dell'Oms che aveva fissato al 2015 il termine ultimo per eliminare il morbillo in Europa. Anche per questo l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto un incontro urgente con il ministro della salute Lorenzin per stabilire contromisure a questo fenomeno e gli obiettivi da raggiungere. Anche l’Istituto superiore di sanità sottolinea che sono "indispensabili interventi urgenti" in materia perché il "mantenimento di coperture elevate è fondamentale per prevenire epidemie ed evitare che si ripresentino malattie che sono state eliminate in Italia". "L’andamento in netta diminuzione delle coperture a 24 mesi non può essere ignorato, anche alla luce delle recenti recrudescenze di malattie ritenute sotto controllo o eliminate" conclude l'Iss.

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