Calabria, terremoto di magnitudo 3.9 in Aspromonte: scossa avvertita dalla popolazione
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.9, e della durata di una manciata di secondi, è stata distintamente avvertita dalla popolazione in Calabria meridionale e a Messina. La terra ha tremato alle 11 e 57 con epicentro a 8 chilometri a nord est di Roccaforte del Greco (RC) e ipocentro a 18 chilometri di profondità. Come riporta l'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) il sisma è stato nitidamente avvertito dalla popolazione soprattutto nei centri di Roccaforte del Greco, Samo, San Luca, Sant'Agata del Bianco, Caraffa del Bianco, Casignana, Bova, Staiti, Ferruzzano, Condofuri, Bagaladi, San Lorenzo, Bruzzano, Delianuova, Scido, Santo Stefano in Aspromonte, Africo.
Calabria, regione al alto rischio sismico
Come spiega la Protezione Civile la Calabria è una regione ad alto rischio sismico, già in passato teatro di eventi catastrofici che hanno causato lo spopolamento e l'abbandono di molte località dell'entroterra, alcune delle quali interessate anche dal sisma di oggi: "La Calabria ha una pericolosità sismica molto alta (per frequenza e intensità dei fenomeni accaduti in epoca storica), una vulnerabilità altissima (per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi) e un’esposizione molto alta (per densità abitativa e presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale in zone interessate da faglie attive)", spiega la Protezione Civile. "Tutti (o quasi) conoscono la ‘Teoria della tettonica a placche', secondo la quale i continenti non sono fermi ma si muovono e costituiscono un insieme di placche rigide che “galleggiano” su un orizzonte plastico. I continenti possono avvicinarsi o allontanarsi reciprocamente. Lungo i limiti di contatto tra i continenti le rocce si rompono. La Calabria è così esposta ai rischi geologici perché è collocata esattamente lungo la zona di contatto tra l’Europa e l’Africa che si stanno avvicinando ad una velocità di 7 millimetri/anno: in altre parole, la Calabria è schiacciata dalla grande morsa costituita dalla placca africana (a sud) e da quella europea (a nord). Questa morsa provoca la rottura delle rocce calabresi lungo quelle gigantesche fratture – lunghe da decine fino a centinaia di chilometri e profonde generalmente fino a 10-15 km – che i geologi chiamano faglie".