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Calabria in lutto: a Mesoraca l’ultimo straziante addio a Ginevra, la bimba di 2 anni morta di Covid

A Mesoraca (Crotone) i funerali della piccola Ginevra, la bimba di due anni morta per complicanze del Covid-19. Il sindaco: “Siamo tutti colpevoli”.
A cura di Francesca Lagatta
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"Ci hai lasciato, eri la gioia della nostra casa". Il grido di dolore della zia di Ginevra Sorressa, la bimba calabrese di due anni morta di Covid, squarcia il silenzio surreale che accompagna la piccola bara bianca nel carro funebre che attende nel piazzale del convento cittadino Ecce Homo. La zia cammina sorretta dai parenti, ma il dolore la piega, la donna crolla a terra in preda a un malore. In sottofondo solo il pianto disperato dei presenti. L'ultimo addio alla piccola Ginevra è straziante.

Il giorno dei funerali

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Ad ogni porta, balcone, finestra di Mesoraca (Crotone), dove la bimba viveva, c'è un palloncino rosa, nelle vie soltanto silenzio, mentre le auto in fila si dirigono verso la cattedrale. L'intero paese è in lutto da due giorni e la sua gente non ha voglia né di parlare né di commentare l'accaduto. Ginevra è deceduta a causa di una polmonite sopraggiunta dopo aver contratto il Covid. La sua mamma, Rossella, e il suo papà, Giuseppe, sono in isolamento e non hanno potuto nemmeno porgere un fiore sulla bara bianca della loro unica figlia. I funerali si sono svolti in forma privata, per volere della famiglia, ma nel piazzale della chiesa sono accorsi in centinaia. Qui si conoscono tutti e nessuno si dà pace per quello che è successo.

Il mea culpa del sindaco

L'unico che ha voglia di parlare è il sindaco Annibale Parise. Il primo cittadino ha seguito costantemente la vicenda dal principio, quando la piccola è stata ricoverata, e ieri ha fatto da scudo alla sua comunità. È ancora presto per pronunciarsi e d'altronde bisognerà aspettare l'esito dell'autopsia per capire se ci sono state delle responsabilità, ma la sensazione generale è che l'assenza di una struttura adeguata in Calabria abbia ritardato i soccorsi quando la piccola si è aggravata. Dall'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, dove non c'è una terapia intensiva pediatrica, era stata trasferita con un volo militare nella capitale, dove era arrivata già in condizioni disperate. "Se ci sono delle ombre vanno chiarite – ha detto il sindaco Parise – ma una verità è già venuta fuori, una regione che non garantisce una sanità, che non garantisce la salute ai bambini, è una regione, uno Stato che non assolve i propri compiti. Siamo tutti colpevoli", dice riferendosi alla tragedia.

Ginevra si sarebbe potuta salvare?

Nei giorni successivi all'accaduto, l'ospedale di Annunziata di Cosenza ha fatto sapere di avere sei posti letto disponibili che avrebbero potuto ospitare la bimba, ma al momento non è chiaro perché sia stata trasferita a Roma invece che all'ospedale bruzio. Ginevra si sarebbe potuta salvare? Sono domande che adesso dovranno trovare una risposta. Nel frattempo, però, Ginevra non c'è più e il sorriso, per chi l'ha amata, è una ferita che non smetterà mai di sanguinare.

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