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Cagliari, il medico di base lo fa aspettare troppo, lui lo raggiunge e lo aggredisce a botte

Un paziente avrebbe aggredito il suo medico di base a Cagliari perché quest’ultimo lo stava “facendo aspettare da troppo tempo”. Il dottore ha ricevuto una prognosi di 10 giorni per le ferite riportate.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Immagine di repertorio
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Un medico di base è stato aggredito da un paziente a Cagliari durante l'attività nel laboratorio medico nella zona di via Santa Maria Chiara. Il tutto sarebbe avvenuto quest'oggi, martedì 17 settembre, in tarda mattinata. Secondo quanto si apprende, il paziente si sarebbe innervosito per via dell'eccessiva attesa in sala d'aspetto. Dopo una discussione con il dottore che lo aveva invitato ad attendere il suo turno come tutti gli altri, il paziente lo avrebbe aggredito brutalmente, lasciandogli lesioni che gli sono valse almeno 10 giorni di prognosi.

Il professionista è stato trasportato in ospedale dal personale del 118 intervenuto per le prime cure del caso. Sul medico sono state riscontrare lesioni molto gravi e il professionista dovrà andare incontro a una lunga prognosi. Almeno 10 giorni, stando a quanto emerso in queste ore.

Sul luogo dell'aggressione sono intervenuti gli agenti della squadra volante della Questura di Cagliari che hanno riportato la calma e condotto il paziente in Questura vista anche la gravità delle lesioni riportate dal medico dopo le botte. L'uomo fermato dalle autorità rischierebbe anche l'arresto.

L'aggressione si è verificata dopo una serie di violenze ai danni dei medici e dopo il caso eclatante di Foggia, dove i familiari di una 23enne hanno aggredito il personale medico dopo che quest'ultima è deceduta in sala operatoria. I filmati dell'episodio, girati da medici e infermieri, sono diventati virali in pochissimo tempo mentre la sorella della paziente ha raccontato sui social network la sua versione dei fatti, spiegando di aver reagito in quel modo perché esasperata dalle modalità di lavoro dei medici che prima di operare la 23enne, avrebbero minimizzato la gravità delle sue condizioni di salute chiedendo ai parenti di provvedere da soli al suo trasferimento in un nosocomio di Roma per un'altra operazione chirurgica.

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