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Cade del tetto e viene trafitto da lancia di 3 metri, sopravvive senza danni permanenti

La storia di un pensionato siciliano della provincia di Catania. Trafitto da parte a parte da un’asta di ferro che però non gli ha provocato alcuna lesione interna permanente.
A cura di A. P.
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Quando i medici lo hanno visto per la prima volta credevano di trovarsi di fronte ad un caso disperato, il paziente infatti era stato trafitto da parte a parte da una lancia di ferro di circa tre metri. Con loro grande sorpresa, però, la lancia metallica non aveva lesionato alcun organo interno e l'uomo è sopravvissuto allo spaventoso incidente senza riportare danni permanenti. Protagonista dell'incredibile storia è un pensionato  74enne di Caltagirone, nella città metropolitana di Catania, che dopo tre settimane di cure mediche ha potuto finalmente lasciare l'ospedale per far ritorno a casa.

"So di essere un miracolato" ha affermato il 74enne ex bancario Santo Busacca al Corriere della Sera raccontando la sua storia. L'uomo era andato nella sua villetta di campagna il 24 febbraio scorso scoprendo che dai rubinetti non usciva acqua per un guasto ai serbatoi collocati sul tetto. Salito con una scala, però, ha messo un piede in fallo forse per una tegola rotta cadendo rovinosamente di sotto e finendo proprio sopra un tondino di ferro da tre metri, appoggiato alla parete della casa. "Una pietra o una tegola si abbatte alla base del tondino facendolo staccare per un istante dal muro, lasciandolo dritto e teso come un palo di vigna piantato a terra e io ci casco sopra senza potere frenare una corsa devastante" ha raccontato l'uomo.

L'asta di ferro dal diametro di 15 millimetri lo ha trapassato entrando dal fianco sinistro fino ad uscire fuori dalla scapola destra. Una ferita gravissima che però non gli ha impedito di prendere il telefonino e chiamare la moglie facendo partire i soccorsi. Poi la corsa in ospedale e il trasferimento in elicottero all’ospedale Cannizzaro di Catania dove è avvenuta l'incredibile scoperta: l'asta aveva solo sfiorato la milza, senza bucare l’intestino e passando davanti al diaframma e solo lacerando il lembo di un polmone, ma salvando aorta, arterie e vene polmonari, prima di squarciare la spalla, pur senza scalfire l'osso. "Dire che ci è bastato sfilare la barra sarebbe riduttivo, ma quando abbiamo lentamente rimosso la barra, ci è apparso chiaro che il signor Busacca era stato protetto dal destino, dalla fortuna, dal Signore, come se qualcuno avesse teleguidato caduta e impatto con il tondino" ha dichiarato il professor Maurizio Nicolosi, il chirurgo che ha coordinato le equipe mediche.

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