Cadavere Trieste, stretti alla gola due sacchetti plastica. Autopsia chiarirà se è Liliana Resinovich
Due sacchi a volerne coprire il corpo e due buste di plastica intorno alla testa, strette alla gola. È stato trovato così il cadavere scoperto mercoledì a Trieste dagli agenti della Questura che stanno indagando sulla scomparsa di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa lo scorso 14 dicembre. Entro lunedì verrà effettuata l'autopsia sul cadavere, trovato a pochi metri dall’ex Opp, nei pressi di via Weiss e poco distante dalla casa della donna, che servirà a chiarire le cause del decesso e soprattutto dirà se quel cadavere appartiene a Liliana. Sono tanti gli elementi, secondo quanto trapelato dalla Procura, che farebbero pensare a un triste epilogo per la scomparsa della pensionata 63enne: corrisponde la corporatura, piccola ed esile, così come gli occhiali rinvenuti sul cadavere, che sono quelli che si vedono anche in diverse foto postate sui social dalla donna. Ma solo l'esame autoptico potrà dare risposte certe, perché sono anche tanti i dubbi.
Nessun segno di violenza sul corpo: nessuna pista esclusa
Nonostante il cadavere fosse in uno stato iniziale di decomposizione infatti, secondo gli inquirenti e il medico legale che ha effettuato i primi rilievi dopo il ritrovamento, è improbabile che la morte risalga a 20 giorni fa, ovvero giorno della scomparsa di Liliana, ma più probabilmente a qualche giorno fa, anche se le basse temperature di questo periodo potrebbero aver contribuito a una migliore conservazione del corpo. E ancora, gli inquirenti non escludono nessuna pista al momento, nemmeno quella di un suicidio: sul corpo non sono stati ritrovati infatti segni di violenza e quei sacchetti in testa, stretti alla gola, potrebbero suggerire una morte avvenuta per soffocamento. O potrebbero essere frutto di una messa in scena, creata proprio per sviare le indagini. Chi ha portato lì quel corpo?
La ricostruzione della mattina del 14 dicembre
In attesa di sapere se si tratta di Liliana, gli inquirenti stanno continuando le indagini per ricostruire cosa abbia fatto la donna dal momento della scomparsa. Secondo quanto emerso dalle indagini, la 63enne, ex dipendente della Regione Friuli, non si sarebbe allontanata dalla città, non avrebbe preso bus o treni, sarebbe però uscita di casa la mattina del 14 dicembre, avvisando l'amico Claudio Sterpin, 82 anni, che l'attendeva come ogni martedì, che avrebbe tardato. Il marito ha sempre raccontato di averla salutata poco prima della 8, dopo aver fatto colazione insieme, e di non averla più sentita né vista dopo essere uscito di casa.