Cadavere sezionato trovato nel lodigiano: forse l’omicida è un serial killer
Si infittisce il mistero attorno al cadavere ritrovato nei pressi del fiume Lambro, nel comune di Orio Litta vicino Lodi. Quello che ad un primo sguardo sembrava essere il corpo di una donna, in realtà si è rivelato essere ben presto il cadavere di un uomo. Gli ultimi riscontri parlano di un individuo di razza bianca, di età compresa tra i 30 e 40 anni, alto circa 1,70 cm, circonciso e con una vecchia cicatrice all'altezza delle natiche.
Particolari che non sembrano appartenere a nessuna delle persone di cui è stata segnalata la scomparsa. Intanto stamattina è cominciato l'esame autoptico dei resti del corpo sezionato, che ricordiamo al momento del ritrovamento è risultato sprovvisto di mani e testa. L'autopsia sui resti del cadavere fatto a pezzi ritrovato a Lodi è portata avanti da un pool di esperti che comprende l'entomologa forense Simonetta Lambiase e il medico legale Edmondo Pea. Ancora una volta, così come è avvenuto per il caso della donna mutilata a Roma, il cadavere è apparso sezionato con perizia chirurgica per questo una delle ipotesi più suggestive, anche se al momento meno accreditate, vorrebbe che il killer dei due casi sia il medesimo.
Un'ipotesi al momento poco verosimile, mentre il pensiero degli inquirenti che stanno indagando sul caso va ad un omicidio risalente al 2007 e tutt'ora irrisolto. Lo scenario dell'atroce delitto sarebbe a poca distanza dal luogo dell'attuale macabro ritrovamento, tra le campagne di Monteleone e Inverno, a 20 km da Orio Litta. Anche in quel caso i resti ritrovati appartenevano ad un giovane sui 30 anni, trovato anch'egli senza mani né capo, oltre che senza avambraccio. Le indagini sul caso sono coordinate del Pm Caterina Centola e dal procuratore capo di Lodi Gian Luigi Fontana. Oltre agli inquirenti, sul luogo del ritrovamento sono a lavoro anche i sommozzatori che stanno cercando nel fiume i resti del cadavere sezionato.