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Cadavere nel trolley, la mamma di Katerina pronta a tornare in Italia: “Spiegherò tutto”

La madre di Katerina Laktionova, la ragazza trovata morta in una valigia a Rimini, sarebbe pronta a tornare in Italia per spiegare perché ha gettato in mare in un trolley la figlia. “Non sono riuscita a salvarla”, avrebbe detto al suo avvocato.
A cura di Susanna Picone
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“Non sono riuscita a salvare mia figlia”. Sono queste le poche parole che la madre di Katerina Laktionova, la ragazza russa di ventisette anni trovata morta in una valigia a Rimini qualche giorno fa, avrebbe pronunciato dal paese natale al suo avvocato in Italia. È stata lei, secondo quanto accertato nelle ultime ore, a rinchiudere il cadavere della figlia morta per le conseguenze dell’anoressia in un trolley e poi a gettarlo in mare. Lo avrebbe fatto dopo aver vegliato per una settimana il corpo della figlia. La madre della giovane donna avrebbe deciso di tornare in Italia per spiegare tutto alle autorità. Per chiarire insomma cosa l’ha spinta a rinchiudere il corpo della figlia morta in una valigia e gettarlo in mare invece di darle degna sepoltura. A scrivere della decisione presa dalla donna, che subito dopo aver “seppellito” il corpo di sua figlia è tornata in Russia, è Il Resto del Carlino. Nei confronti della donna non sarebbe prevista per il momento nessuna misura cautelare ma appena arriverà in Italia verrà ascoltata dal magistrato Davide Ercolani, che ha aperto un fascicolo per dispersione di cadavere e abbandono di incapace, e al quale racconterà i dettagli di questa terribile storia.

Katerina chiese cure in Italia – La storia di una ragazza che l’aveva raggiunta in Italia e che più volte era stata ricoverata in ospedale per la sua malattia. “Sono malata, fatemi rimanere qua in Italia così posso curarmi”, era stata la stessa ventisettenne lo scorso febbraio a presentarsi negli uffici della Questura di Rimini. Aveva chiesto di poter rimanere nel nostro Paese per sconfiggere l'anoressia che l'affliggeva già da un paio d'anni. Le era stato così rilasciato un permesso di soggiorno per motivi umanitari e sanitari. Ma da quella malattia Katerina non si è mai ripresa. A quanto pare la ragazza viveva rinchiusa in una stanza dell’appartamento, dove poi si è consumata fino a morire. Quel dolore avrebbe fatto impazzire sua madre che a un amico riminese ha svelato la verità dicendo di aver “perso la testa”.

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