Caccia ai covi di Messina Denaro, sequestrata anche la casa della mamma di Andrea Bonafede
È stata posta sotto sequestro la casa di proprietà della mamma di Andrea Bonafede, l’uomo il cui nome è identità sono stati utilizzati dal boss Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza a Campobello di Mazara, nel Trapanese. Si tratta solo dell’ultimo atto dei carabinieri e della Procura antimafia per cercare di ricostruire i covi e gli ultimi spostamenti del superboss di cosa Nostra prima dell’arresto a Palermo. Dopo il primo covo, infatti, è stato già trovato un bunker all'interno di un'abitazione, dove sono stati trovati anche diversi documenti.
I luoghi dove si nascondeva Messina Denaro
L’abitazione era stata già perquisita nelle ultime ore dalle forze dell’ordine nell’ambito delle operazioni che da giorni stanno letteralmente rivoltando la cittadina trapanese in cerca di prove e indizi sulla latitanza del boss. In particolare gli inquirenti si sono concentrati su una porzione di paese tra via Cusumano e via Marsala, dove sorgono le abitazioni di Andrea Bonafede e dell’autista di Messina Denaro, Giovanni Luppino, ma anche quelle di molti loro famigliari.
Il sospetto degli inquirenti è che il quartiere fosse diventato una sorta di regno incontrastato di Messina Denaro dove il boss si spostava a suo piacimento potendo contare su diversi covi e fiancheggiatori. Proprietà immobiliari che ora gli inquirenti vogliono ispezionare a fondo, anche in cerca di altri covi nascosti. Da qui i sequestri e i sigilli alle case.
Le indagini sulla casa della mamma di Andrea Bonafede
Non fa eccezione dunque l’abitazione di proprietà della mamma di Andrea Bonafede che si trova appunto all'angolo tra la via Marsala e la via Cusmano, attigua e parte dello stesso stabile di quella del figlio, ma all’apparenza da tempo disabitata. La mamma di Bonafede infatti non viveva nell'appartamento a pian terreno con due ingressi ma in un'abitazione in una frazione di Campobello di Mazara, insieme a una delle sue figlie.
La casa sarà ora controllata nei minimi dettagli dal Ros dei carabinieri nelle prossime ore così come accaduto con gli altri edifici della zona tra cui i due covi di Messina Denaro già individuati e ora al setaccio da parte dei carabinieri Cacciatori di Sicilia, esperti in cunicoli e passaggi segreti.
Secondo le prime risultanze investigative, Matteo Messina Denaro gravitava in quella nella zona di Campobello di Mazara da almeno un anno e cioè da quando aveva avvicinato e imposto a Bonafede di aiutarlo nella latitanza prendendosi anche la sua identità. Secondo quanto raccontato dal vero Bonafede, l’uomo sarebbe stato agganciato per la prima volta dal boss nel gennaio dello scorso anno quando Messina Denaro gli avrebbe chiesto di acquistare l'abitazione in vicolo San Vito in cui poi ha vissuto fino al giorno dell'arresto.