Caccia a Igor, il killer di Budrio ancora in fuga: ci sarebbero 5 indagati
Qualcuno potrebbe aver aiutato Igor Vaclavic-Norbert Feher, il criminale serbo ricercato per degli omicidi compiuti la scorsa primavera, a scappare. Ne è convinta la procura di Bologna che, secondo quanto emerso da fonti di stampa, oltre ad andare avanti a dare la caccia al killer, starebbe indagando sulla rete di contatti di "Igor il russo", una decina di nomi di cui almeno cinque sarebbero indagati. Una rete di contatti che il killer di Budrio si era creato in zona e che potrebbero averlo aiutato a nascondersi oppure a scappare all’estero mentre l’Arma dei Carabinieri gli dava la caccia lo scorso aprile. Da allora, infatti, nonostante svariate segnalazioni non sono arrivate notizie utili sul criminale. Sulla questione la procura mantiene il riserbo più stretto.
Le false segnalazioni su "Igor il russo": il blitz sul treno
Intanto, come spesso accaduto negli ultimi otto mesi, anche nelle ultime ore è arrivata una segnalazione – rivelatasi poi falsa – sul killer di Budrio. Decine di uomini della Polizia di Stato e dei Carabinieri di Rimini hanno compiuto un blitz su un treno Frecciabianca proveniente da Bologna e in arrivo a Rimini per poi scoprire che la persona sospettata non era il latitante ma un cittadino originario del Napoletano. Ad avvertire il 112, dopo aver notato il passeggero sospetto perché somigliante a Igor, era stato un maresciallo dei Carabinieri libero dal servizio.
La caccia al killer di Budrio
Il criminale serbo è ritenuto responsabile di almeno tre omicidi in Italia. L’imponente caccia all’uomo è iniziata dopo l’omicidio del barista Davide Fabbri, ucciso a Budrio dopo un tentativo di rapina. Pochi giorni dopo, mentre già le forze dell’ordine gli davano la caccia, Norbert Feher ha compiuto un altro omicidio, quello della guardia volontaria Valerio Verri. “Igor il russo” è riuscito a sfuggire a circa ottocento tra poliziotti e carabinieri che lo hanno braccato per settimane, notte e giorno, con cani molecolari, visori termici e a infrarossi e anche droni. La caccia all’uomo è andata avanti per mesi scandagliando da cima a fondo i casolari delle campagne della zona rossa, ma il ricercato è rimasto un fantasma.