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Ca’ Foscari, l’Università “bandita” a chi non sa l’Inglese

Do you speak English? No? Allora non puoi iscriverti. L’ateneo di Venezia è il primo a inserire la conoscenza delle lingue tra i requisiti obbligatori per potersi immatricolare. L’idea non piace a tutti, ma il rettore spiega: “E’ un criterio di selezione oggettivo, puntiamo sulla qualità”.
A cura di Biagio Chiariello
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Non sai l'inglese? Allora non puoi iscriverti alla nostra Università. Un messaggio semplice e conciso quello della Ca’ Foscari di Venezia, primo ateneo dal prossimo anno accademico a rendere indispensabile la certificazione di lingua per l'immatricolazione. Le matricole dovranno obbligatoriamente presentare un attestato di livello B1 di conoscenza della lingua inglese per la triennale, e B2 per la laurea specialistica. Le procedure cominceranno però in modo graduale. Per l’anno accademico 2013/2014, per conseguire il livello B1 si potrà aspettare qualche mese, come spiegano La Stampa e il Corriere della Sera. Chi non avrà la certificazione al momento dell’iscrizione potrà iscriversi al Centro linguistico di ateneo (il Cla) e conseguirla gratuitamente nel giro di 12 mesi, ma è possibile provvedere anche per conto proprio, in un istituto specializzato. Attenzione però, se passati quei 12 mesi il certificato ancora non è stato conseguito, lo studente verrà bloccato. Niente proroghe, invece, per chi vuole seguire il corso di laurea in Economia aziendale – Economics and management (tenuto interamente in inglese). Qui, per cominciare a seguire le lezioni, servirà una certificazione di livello B2, fin dalla triennale. Punto.

La notizia non è piaciuta a tutti. Sopratutto a quelli che ritengono che non per tutti i corsi di laurea sia necessario un attestato che documenti la conoscenze dell'inglese. Ma il Rettore Carlo Carraro è fermo sulla sua decisione: “Viviamo in un mondo in cui sapere l’inglese è una priorità, in tutti i campi, in tutte le professioni: se non sai l’inglese sei fuori. È una questione anche di cultura: l’inglese è una lingua di connessione”. C'è in realtà da dire che sono gli stessi programmi ministeriali delle scuole superiori ad attestare che gli studenti in uscita dovrebbero essere in possesso almeno di un livello B2 d’inglese. Allo stesso tempo, però, non esiste però alcuna certificazione delle competenze, se non appunto quella volontaria. Poco importa per Carraro: "In mancanza di una certificazione tutto è demandato alla professionalità dei docenti – continua il Rettore – questo non può certo essere considerato un livello omogeneo di conoscenza della lingua. Così, in mancanza di una valutazione ufficiale, il riscontro lo faremo noi con il Centro linguistico di ateneo".

C'è poi un altro motivo che spinge la Ca' Foscari ad adottare questa metodologia: la selezione. "Il punto è che abbiamo molti studenti, con un aumento di iscritti del 30% negli ultimi due anni”, spiega Carraro. "I ragazzi aumentano, ma i docenti non possono fare altrettanto, bloccati per la spending review". Serve quindi, puntare sulla qualità. “Il problema non è avere più studenti, ma studenti più selezionati”. C’è poi la questione degli incentivi. “Tutti si stanno orientando verso questa strada, sulla quale il Ministro Profumo ha molto insistito. Anche perché uno dei criteri per cui agli atenei sono allocate le risorse è proprio l’internazionalizzazione". Ad ogni modo l'obiettivo di Carraro è innalzare in futuro il livello della richiesta. "Entro 2 o 3 anni – dice – vorrei portare a B2 il livello minimo d’accesso alla triennale e salire anche con quello richiesto per la specialistica, ma ci vuole ancora tempo".

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