Di' la verità, politico che hai bisogno dei sì del popolo per la tua guerra d'Occidente.
Di' la verità, tu che sei passato dai post entusiasti sui proprietari di case che uccidono i ladri in fuga a scrivere post sull'Isis.
Di' la verità, tu che l'ultimo libro che hai letto aveva il prezzo in lire, ma quante cose giuste diceva Oriana Fallaci.
Dite la verità, voi che volete fare la guerra mandando i figli degli altri a combattere: quanto vi girano che Valeria Solesin non fosse una sostenitrice della guerra a tutto ciò che non è nato nei confini dell'Europa?
Se fosse stata uccisa la Santanchè, o una donna come lei, come sarebbe stato facile darle ragione per tutto quello che fino a quel giorno aveva sostenuto? Sarebbe stato facile, scontato, ovvio. Sarebbe venuto benissimo, tra l'altro. E vi avrebbe dato carta bianca per i prossimi bombardamenti a occhi chiusi più di un voto del Parlamento.
Ma. C'è stato un ma. Un granello di sabbia nel vostro meccanismo perfetto. Un inconsapevole granello di nome Valeria. Ma attenzione, Valeria è stata inconsapevole solo della sua morte, in quanto la sua vita, per quello che si comprende dalle sue scelte, e dai racconti dei suoi genitori, ha vissuto una vita consapevolissima. E questo granello, infilato nel mezzo a un ingranaggio già oliato dai vostri uffici stampa, vi ha fatto fare bam. E vi ha bloccato il post d'odio sul tasto d'invio.
Come vi avrebbe fatto comodo un papà veneziano, straziato dal dolore – e dunque, comunque comprensibile – che avesse urlato, gesticolato, sbattuto i pugni al muro contro questi "bastardi islamici" o avesse portato un maiale a pisciare di fronte a una moschea?
Quante manifestazioni avreste potuto fare, con un papà così, sfruttando la sua rabbia, il suo dolore, la sua costernazione di fronte a un cammino familiare interrotto con un proiettile sparato dall'alto?
Vi avrebbe fatto comodo, ma non avevate fatto i conti che l'umanità, anche se cercate di chiuderla dietro il filo spinato, o coprirla con una raffica di post su facebook che invitate a condividere con quattro punti esclamativi e cinque o sei maiuscole, vi ha fregato.
Il vostro è il destino dei falsi profeti, essere sconfitti dalla vita, anche quando questa è costretta ad assumere i contorni terribili della morte imposta.
Io Valeria voglio ricordarla così, come un inno alla vita che per qualche giorno almeno ha costretto le trombe della guerra di religione, di civiltà, di bikini contro niqāb, a tacere. E a guardare, forse anche loro, le trombe e i loro fiati, con il cappello in mano e le ginocchia a terra, a quei tre giganti dell'umanità: Valeria, suo papà e sua mamma.