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Bussano e lei si affaccia, Antonella Lopardo uccisa a colpi di Kalashnikov: non era lei l’obiettivo

La dinamica del brutale assassinio ricostruita dai carabinieri di Cosenza che stanno indagando sui fatti coordinati sia dalla Procura di Castrovillari sia dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro.
A cura di Antonio Palma
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Stava consumando la cena col marito in casa sua quando hanno sentito bussare al citofono dell’abitazione, lui si è diretto verso l’ingresso ma fuori era buio e pioveva così, probabilmente istintivamente, lei si è diretta verso la finestra per vedere chi fosse ma non ha fatto in tempo nemmeno ad aprila quando è stata raggiunta da una sventagliata di colpi di Kalashnikov. Così è stata uccisa Antonella Lopardo, la donna di 49 anni vittima di un vero e proprio agguato mortale nella serata di martedì a Sibari, una zona rurale e isolata di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza.

E questa la dinamica del brutale assassinio ricostruita dai carabinieri di Cosenza che stanno indagando sui fatti coordinati sia dalla Procura di Castrovillari sia dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro. Secondo fonti investigative contattate da Fanpage.it, con tutta probabilità infatti la donna non era il vero obiettivo dei killer, che hanno usato anche una pistola calibro 9, ma la vittima designata dell’agguato era in realtà il marito Salvatore Maritato, che ha precedenti di criminalità organizzata ed già noto alle forze dell'ordine come presunto esponente di una cosca locale di ‘ndrangheta.

La donna infatti non aveva nessun tipo di collegamento diretto con attività criminali e vista la dinamica dell’agguato e la potenza di fuoco utilizzata, tutto lascia ipotizzare che i sicari cercassero l’uomo. I killer, però, intravisto un'ombra profilarsi da dietro la finestra, probabilmente hanno aperto il fuoco ritenendo che si trattasse di quella del marito della vittima.

Antonella Lopardo non ha fatto nemmeno in tempo a spostare la tenda della finestra quando è stata raggiunta da decine di colpi al torace e al volto che non le hanno dato scampo. Oltre trenta i colpi esplosi in base ai bossoli ritrovati sul posto. Tutti indirizzati verso di lei, mentre la porta di ingresso dietro la quale si trovava il marito non è stata nemmeno sfiorata e lui ne è uscito illeso. I killer poi sono subito fuggiti senza provare nemmeno a entrare.

Al momento dei fatti erano presenti in casa solo marito e moglie. L’uomo, ascoltato dagli inquirenti a lungo come unico testimone del delitto, non ha saputo dare nessun elemento utile alle indagini. L’uomo avrebbe riferito di non avere visto in faccia gli assassini, anche a causa dell'oscurità che regnava nella zona, e non avrebbe fornito indicazioni sui possibili motivi dell'agguato.

Compiuto il delitto, i killer quindi si sono dileguati facendo perdere le loro tracce. Gli inquirenti al momento non pensano che i killer fossero in agguato fuori ma che abbiano bussato proprio perché ritenevano che l’uomo uscisse o si affacciasse per ucciderlo.

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